Ettore Sannipoli

Lo sguardo ravvicinato e intenso di una giovane donna velata; il frastuono assordante d’una trebbiatrice, sotto il sole cocente di luglio; l’attimo decisivo della ricerca del tartufaio con il vanghetto in mano e il cane accanto; l’asfalto bagnato della piazza Mercatale di Urbino in una mattina buia e piovosa; la prorompente, assordante ‘calata’ dei Ceri di Gubbio. Alberto Capponi ci restituisce in questi suoi dipinti momenti e aspetti della realtà assai diversi tra loro, tutti rigorosamente riprodotti su di una base fotografica seguita con minuzia, in ogni singolo dettaglio. Per l’artista cantianese il riferimento alla realtà ‘così com’è’ rappresenta un requisito fondamentale di ogni sua opera, una premessa ineludibile che rivela istanze sostanziali della sua poetica.

È questo un fatto che si può notare bene nei dipinti con vedute e paesaggi, che sono quelli prediletti da Capponi. Per cogliere il panorama appenninico nei dintorni di Cantiano, oppure i suggestivi scorci del suo paese natale, l’autore si avvale – come farebbe un fotografo – di particolari inquadrature e poi registra coi colori e coi pennelli – questa volta da vero pittore – ogni briciola di realtà.

In dipinti siffatti convivono serenamente natura, storia e segni della vita presente. Non c’è nulla che ecceda o primeggi: la natura – specie i monti e i pendii dell’Appennino – è maestosa ma sobria e pacata al contempo; le chiese, le case e i palazzi antichi, come quelli del centro storico di Cantiano, si rivelano nella loro pittoresca apparenza, nella loro verità storica che mai è spettacolare ma sempre intima, lirica, quotidiana; gli edifici moderni compaiono senza disturbo accanto a quelli antichi e alle bellezze naturali; così le automobili, i segnali stradali, le insegne e quant’altro. Così la gente che affolla le piazze e le vie del centro cittadino.

Un senso delicato della luce e dei colori accompagna costantemente questi dipinti. Siano vedute sotto la neve o scorci primaverili, siano paesaggi con il cielo sereno oppure velato, nulla ‘spinge’ mai al massimo, e anche quando qualche elemento è particolarmente vistoso dal punto di vista cromatico (il cassonetto blu, il prato di un verde intenso in primo piano), esso viene comunque riassorbito nell’insieme, attenuato nel contesto. In una visione delicata, gradevole e limpida della realtà.

Alberto Capponi, insomma, ci restituisce nelle sue opere l’atmosfera tranquilla e serena della vita che ancora oggi scorre, familiare e senza scosse, in un paese di origini antiche posto tra i monti dell’Appennino. Vicino a un fiume, il Burano, dalle acque terse come l’aria che si respira alle falde del Tenetra, poco lontano dal gibbo del Catria.




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