Ugo Corvino

Alessandra Mussolini irrompe sulla scena dell’arte contemporanea mostrando un’innata potenza espressiva. Le sue opere, olio su tela steso con spatola, sono al tempo stesso la sintesi e la rielaborazione critica di surrealismo, metafisica e arte informale, correnti artistiche che, eviden-temente hanno lasciato il segno nel suo DNA. I colori sono netti e decisi, i suoi paesaggi caratterizzati da semplificazioni formali che definisco¬no uno spazio non naturalistico e proprio per questo denso di vitalità istintiva. L’assenza di prospettiva e di chiaroscuro, l’uso di colori forti e, a tratti, innaturali, mostrano un volontario distacco dalla realtà visibile per la sua libera trascrizione, così da cogliere ciò che è oltre l'apparen¬za fisica e si può comprendere affidandosi solo all’esperienza dei sensi. L’assenza di personaggi umani dagli scenari urbani ritratti, che non rie-vocano mai né un tempo né un luogo preciso, sono rappresentazione di grande efficacia del senso di solitudine e disumanizzazione che è il male più devastante della società moderna. L’uso di colori più scuri in primo piano (marrone, grigio) e di quelli più chiari sullo sfondo (giallo, az¬zurro, arancione), sembrano, però, prefigurare un mondo “altro”, una via d’uscita all’umano travaglio, un ritorno all’ordine, all’equilibrio naturale. Nelle opere della Mussolini, però, non c’è mai una volontà aggressiva¬mente polemica o critica nei confronti della società; solo l’analisi cruda e priva di retorica della condizione dell’uomo cui lancia l’invito a cer¬care un “altrove” lontano dalla sopraffazione e violenza, rappresenta¬ta da edifici invadenti e “senz’anima”, tenebrosi e assordanti, o da fiori spenti e senza vitalità, per ritrovare l’azzurro del cielo e il giallo del sole. Alessandra Mussolini è l’esempio di come anche la pittura possa essere “concettuale”, ovvero esprimere un concetto forte, usando il mezzo tra¬dizionale della spatola o del pennello e dei colori senza ricorrere a installazioni e performance spesso mirate solo a destare scalpore o scandalo in modo che i loro cultori possano sentirsi diversi, depositari di un sapere che solo loro definiscono tale e solo loro capiscono. L’arte quando è vera è “retinica” in quanto soddisfa l’occhio, ovvero ha dignità estetica, ed è “cerebrale” perché attraverso un linguaggio fatto di segni e di colori esprime la forza di un concetto che arriva attraverso i sensi.
L’arte di Alessandra Mussolini è arte vera.


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