Valeria S. Lombardi

Soffia lieve una brezza che ci sospinge a soffermarci d'incanto sui lavori pittorici del maturo Alessandro Andreuccetti.

Il suo guardar la Natura è ricolmo di dolcezza, armonia anche se spesso recentemente toccato da una vena malinconica. L'abilità descrittiva è forte, riuscendo spesso a donarci quella sensazione, sempre più rara, soprattutto per chi abita in caotiche grandi città, quella sensazione appunto di immutabilità, di ciclicità intonsa della bucolica Natura.

L'abilità, mista alla scelta personale di questo artista a dedicarsi completamete alla rappresentzione mediante l'acquarello, ci mostra già l'autentica devozione al dato pittorico ovvero quello dell'acquarello

(genere e mezzo artistico da sempre ritenuto secondario, quasi come concetto disegnativo di abbozzo).

Alessandro Andreuccetti potrà invece servirsi di quest'arte antica per donare nuova linfa vitale al genere, portando e descrivendo così lembi di terra che potrà far assaporare a coloro che vorranno lasciarsi deliziare da tale gioco cromatico-descrittivo.

Come detto prima la recente arte di Alessandro Andreuccetti sembra risentire di un maggiore impeto malinonico: se da una parte ci fa vedere tutta la sua abilità nello scandire più piani prospettici dati da tronchi o da foglie, si vedano ad esempio:"Fog in the forest", "Autumn leaves n°6" l'apice di questo moto interiore si ritrova in "Pale shade of winter", ma ancorin "Tuscany hills n°9"-

L'abilità, testardaggine a continuare a dipingere senza avvertire le avversità del Mercato: lo decretano senz'altro come uno dei ultimi, pochi veri artisti che dipingono solo per il sentire e donare agli altri.


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