Dal volume “Covid’arte- tempo di virus voglia di arte” di Giorgio Falossi e Lorenzo Cipriani ed. Il Quadrato 2021

La pittura di Ambretta Rossi diviene un fatto umano, diviene rappresentazione di un aspetto particolare, un aspetto in cui si leggono non solo segni esteriori, ma una elaborazione di sentimenti e di spiritualità. I suoi personaggi ci comunicano apprensione nel portamento, ma speranza negli sguardi, personaggi inquadrati nei colori, molti, diversi, persino festanti, colori esorcizzanti che si manifestano in tenerissimi balenii che si congiungono all’equilibrio grafico-cromatico capace di suscitare lievi passioni e positivi pensieri.

Pittura ad acqua. Il pennello attinge e si posa rapido sulla tela, lascia la sua impronta a cui ne segue un’altra ed un’altra ancora. Ambretta Rossi depone i suoi ricordi, le sue visioni che le sono rimaste, attinte lungo la strada durante lo svolgersi di questi ultimi tempi. Tempi da virus. Impressioni di una realtà vissuta, vivaci, presenti. Un tipo di pittura che ha il privilegio di significare il rinnovo della tradizione e l’accettazione di un ritorno, cioè di introdurre ancora una nota di spigliata poesia dopo le fosche visioni di morti comuni. Perché un rapporto diretto sussiste tra l’arte e la storia dell’uomo, l’arte sfocia pertanto nel più complesso fenomeno della civiltà.


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