Prof. Giuseppe Nasillo

Dalla  rivista "Percorsi" di maggio/giugno 2016

La congenita familiarità con il disegno e con i colori, maturata in Ambretta Rossi fin dall'infanzia, i cui primi anni furono trascorsi a Cremona, dove ha avuto i natali, è proseguita ininterrottamente nel corso del tempo, allorché la famiglia si trasferì a  Torino, frequentando ivi studi di indirizzo classico e conseguendo la laurea in Lettere presso l'Università del capoluogo piemontese, con il successivo insegnamento negli Istituti di Stato.

Esprimendosi prevalentemente con le tecniche dell'acquerello e del pastello, ha fruito dei consigli e della guida di Pinetta Gramola, la quale si faceva interprete e continuatrice della lezione trasmessale a sua volta da Mario MIcheletti, nato a Balzola Monferrato nel 1892, che ere stato il suo amato maestro.

La campionatura cromatica di Ambretta Rossi (meritatamente premiata nell'Edizione 2015 del Concorso Artistico "Il Centenario") spazia su una varietà di tematiche rivelatrici di quelle che sono la capacità osservativa e la carica evocativa di cui la sua creatività si avvale, per dare consistenza poetica ad una natura silente o ad un vaso con fiori dalle molteplici connotazioni, così come la sua mano ama soffermarsi altre volte su scansioni paesaggistiche da lei impaginate con una vibratile essenzialità segnica, sorretta da un dispiegamento coloristico dalle tonalità espressive vigilmente modulate.

Lontana da ogni tentazione di leziosa, superflua carpenteria e protesa a cogliere la significanza climatica o umorale dello spazio naturale che ha davanti, essa conferisce alle proprie allocuzioni figurative il contrassegno di una focalizzazione prima emotiva e successivamente indicativa e allusiva.

Anche quando delinea presenze figurali, la Rossi mira ad esprimere la specificità caratteriale del soggetto preposto, concentrando in pochi tratti il nucleo vitale dell'intero corpus visivo.

La sua voluta levità è ben altro che corteggiata levigatezza, in una sorta di operazione che fonde essenza ed effervescenza, senza debordamenti o sfrangiature, in piena sintonia con la sua indole portata alla discrezione, alla concretezza e alla riflessione.

D'altronde, è peculiarità precipua dell'acquerello quella di sollecitare stimoli interiori dalla valenza lirica, essendo tale mezzo di dialogo cromatico la più decantata di tutte le forme riguardanti la colloquialità artistica.

E l'originalità di Ambretta Rossi consiste proprio in tale depurazione dell'eccesso, oltreché nell'ariosità dell'impianto, da lei inteso come leggero, soave momento di delibazione ottica, il cui contenuto è simbolicamente rapportabile a quello di un musicale sussurro,



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