Professoressa e giornalista Rosalba Silvestri

La via più facile per accostarsi alla pittura di Borzillo sarebbe quella che passando per la figurazione naturalistica, permette di constatare quanto sia cambiata rispetto agli esordi ( anni 80 ndr ).

Ma questo non basterebbe a dar conto della suggestione che promana dalle sue ultime opere.

Ci sono luoghi che mentre si lasciano visitare affiorano da qualche remota regione dell'inconscio, paesaggi di una natura algida ed incontaminata il richiamo di una vita già vissuta in luoghi e tempi incredibilmente lontani.

Così il paesaggio dipinto o disegnato dall'artista, traguardato da un punto di vista particolare, quello dell'interiore malinconia e dello stupefatto incanto, si delinea in funzione quasi esclusiva di una lucidissima "rivisitazione, ove lunghi crepuscoli incombenti sul cuore degli uomini, spumose scogliere affioranti da acque limacciose o tenere campagne inglesi di per se scenografiche, o lo stagliarsi di architetture gotiche dense di cuspidi o campanili, diventano vaste solitudini e comunicano una tensione struggente ma palpabile.

Egli dà consistenza persino all'aria, alle nebbie, ai vapori e così pure i portoni, le finestre e le logge delle vedute cittadine, elementi compositivi e concetti d'insieme di una architettura stilisticamente riconoscibile, divengono segnali all'esterno di una misteriosa predilezione interna.

E' la traccia di un passaggio, la condensazione di un clima interiore. E' anche la ricerca di un equlibrio formale, grazie ai toni ed agli accostamenti monocromatici dei grigi, degli azzurri e dei bianchi lividi e alle rigorose fughe prospettiche, insistite fino allo struggimento lirico.

Così il desiderio dell'artista si lascia come riassorbire nella calma mansueta, fatta solo di luce cristallina, di una natura tutt'altro che impassibile.

Cogliere l'attimo prima della tempesta, i rumori del vento e delle acque del mare del Nord, avvertire il profumo che aleggia tra le erbe dei ruderi archeologici.

Piacere realistico o incantamento di memoria?

Di certo non una rassegnata anche se malinconica clausura contro l'inumanità del nostro vivere.

Non esiste nulla di più misterioso della vocazione per "qualcosa" e questo approdo è qualcosa che lascerà il segno.


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