Maria Marcone: Gazzetta del Mezzogiorno, Bari maggio 1985

...egli è un'opera d'arte vivente, uno che ha saputo vivere con l'incessante curiosità di conoscere uomini, cose e paesi, che non si è fermato ai primi studi e al primo lavoro, ma con l'irrequietezza propria di chi ha un fuoco dentro, ha girato il mondo, ha messo a frutto il "multiforme ingegno", è stato in contatto con gli ambienti più evoluti della cultura germanica, francese e americana, si è tuffato nella cultura orientale, han ben risciacquato i panni nelle fonti greche e tutto questo impasto culturale l'ha riversato nei suoi quadri che, per questo, sono diversi da quelli che siamo abituati a vedere. E' evidente come egli sia passato attraverso "periodi" diversi e si sia cimentato con ogni specie di tecnica, con esiti sempre di rilievo, soprattutto per la forza incontenibile e senza remore di una capacità espressiva in cui l'onirico e il reale si fondono in figurazioni dall'oscuro fascino, con corpi umani che denunciano una ferinità immanente quasi primigenia da creazione del mondo. Ma quel che caratterizza soprattutto questo artista è l'arditezza nell'utilizzo dei materiali e delle tecniche, che denuncia la gioia della ricerca, l'irrequietezza della creatività che si insegue e gioca ad esprimersi al di là di tutte le convenzioni e tradizioni; così certi materiali usati gli offrono l'estro di rendere più carnosa e quasi vista nelle sue linfe sottocutanee la composizione, come certe carte da parati satinate percorse da venature che diventano vene di corpi nell'avventura della figurazione, o come certo papiro siracusano a larghe striature di tonalità diversa che consentono di delineare immagini filtrate da una tenda; parimenti, di grande suggestione è indubbiamente la tecnica a strappo monotipo da cui, con accorgimenti speciali da lui stesso messi a punto, ricava pannelli che ricordano la pittura pompeiana con quei vuoti di colore a chiazza che aggiungono fascino alla figura, più che se fosse interamente rappresentata, nella ieratica fissità che elude i connotati temporali. Insomma, un artista che, a vederlo, ti lascia qualcosa. E oggi, nell'inflazione di immagini che ci sommerge, è molto.
Scopri di più