FRANCO PREVOSTI - Presidente Commissione Cultura Comune di Varese

E? una felice scoperta, o meglio un felice ripresentarsi sulla scena artistica varesina, la mostra dedicata all?opera di Pacchiarini presso la Sala Veratti.

 

Succede molto spesso che un artista venga per lungo tempo dimenticato, specie dopo la sua dipartita: ma è altrettanto vero che spesso persone a lui legate da vincoli di parentela o di stima e amicizia o semplicemente dotate di spirito ricercatore e indagatore, si interessino e, superando difficoltà e diffidenze, riportino all?attenzione del grande pubblico chi veramente merita.

 

Se a tutto questo uniamo la scoperta che Pacchiarini, pur nella sua non lunga vita, è stato prolifico di interessi, di opere e di mostre e che però il suo carattere schivo e un poco solitario gli imponeva sempre di ritornare nella sua Porto Ceresio, ritroviamo ulteriori elementi del ?mosaico? della sua arte e, in fondo, della sua vita.

 

Le sue opere riuniscono un gusto particolare per il colore,  fatto a volte di accostamenti audaci, a volte tendenti ai toni cupi, trovando anche in questi ultimi  speciali cromie e variazioni.

Il suo disegno è rigoroso, rigido, tormentato, capace di suscitare forti emozioni, sia che si tratti di un nudo, sia che si tratti di un paesaggio o di una composizione. Una critica attenta vi scoprirà influenze disparate, da Bacon, da Sutherland o dallo studio di altri artisti a lui contemporanei; ma proprio queste supposte influenze attestano la sua attenta e continua ricerca, la sua originalità, ma anche un suo personalissimo interno tormento. 

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