La luce è l'elemento ineludibile della pittura che Arturo Bosetti presenta, fino al 19 maggio alla biblioteca Mabic di Maranello. E' un lumeggiare di colori che vibrano sulla tela e conferiscono sottili mutevolezze alla realtà naturalistica indagata con sentimento amoroso nel flusso del cambiamento. Le atmosfere sono intime per le impalpabili pennellate che determinano variazioni di luci e sfumature di intensa risonanza. L'artista modenese (restauratore e scenografo e  docente di storia dell'arte) porta a lirica decantazione astratta la natura, che pure non si sottrae a manifestare frammenti di varia realtà, capaci di resistere alla dissoluzione. La pagina, che reca un tessuto cromatico connaturato con il respiro della vegetazione e con ciò che la circonda, è sicura che risultati, anche quando Bosetti affronta la figura, come la fioraia, i cavallieri rossi. Nell'opera "Lampedusa" scava in tristi esistenze, come quelle di tanta gente straniera il cui sbarco sulle coste diventa spesso disperato.

                                                                                                                                                                                        Michele Fuoco