AORISTIAS

Presentazione del critico Aoristias 

Mensile “Artecultura “- Milano - Ottobre 2005 

  

  

Il primigenio in viola scandisce la spinta dell’immagine figurale 

  

   La sua figurazione è indubbiamente una lucida compenetrazione di realtà e sentimento. Fra le due dimensioni Bruno Greco non osserva un contrasto, ma un’unità spirituale che poi la pittura traduce in un linguaggio “percettivo”. Da questo punto di vista alla perfetta definizione delle forme 

Si unisce la vibrazione del colore, limpidamente evocativo come si evince nei suggestivi dipinti “ Tramonto a Lanzarote, In … viola, Tramonto sulle risaie “. 

  Opere nelle quali il colore rivela la sua vibrante poesia nell’intensità dei passaggi tonali che imprimono particolari atmosfere alle rappresentazioni. 

  Un pregio nel linguaggio pittorico di Greco consiste in una concezione estetica che alla limpida definizione della forma non fa seguire il freddo distacco dell’osservatore, quanto piuttosto il battito sensibile del poeta che con quella realtà si immedesima e di cui si sente partecipe. 

  Nella definizione espressiva delle sue immagini la rappresentazione è impeccabile, pone in particolare risalto la struttura del disegno, il suo plastico modulato. La rappresentazione è nitida con un grado di verosimiglianza che rasenta effetti di iperrealismo. Ma il rigore dell’immagine si stempera nella poesia del colore, nelle delicate vibrazioni atmosferiche. 

  Certamente la pittura di Greco assume i contorni di una suggestiva e raffinata calibratura verista. Tuttavia il “vero” che Greco presenta non è quello dell’oggettiva documentazione, ma della realtà interiore, che spesso sul piano espressivo sembra quasi sconfinare in esiti di dolce neo-metafisica. 

  La sua pittura si consolida in una dimensione formale decisamente anti-impressionista. Per Greco il colore, la resa atmosferica, sono elementi decisivi della pittura, ma non possono comunque annullare la stilizzazione plastica dell’espressione. 

  La pittura di Greco si distende con un fare morbido e quasi vellutato in cui il colore esprime la sua affascinante tensione espressiva. La sua pittura si fonda su un’integrazione fra valori luminosi e limpidezza della forma. 

  Nel bellissimo “ Corsa di cavalli … con nevicata notturna “ si ha modo di osservare il dinamismo della sua pittura, la netta scansione del disegno, l’intensità di un realismo suggestivo. 

  Per Greco la pittura si presenta come un sensibile ed equilibrato rapporto tra l’oggettività del reale e lo spazio interiore dell’emozione. Nelle sue composizioni la funzione della regola, la professionalità del mestiere hanno una loro rilevante importanza. Tuttavia, pur essendo tecnicamente squisito nelle sue realizzazioni, l’artista non si abbandona alla ricerca del puro effetto pittorico, al richiamo illustrativo. La sua pittura è interpretazione della natura, del paesaggio, che viene trasfigurato dal tonalismo raffinato del colore. 

  Nelle sue composizioni si avverte il dialogo intimo, sincero, con la natura. 

  L’artista si avvale di una figurazione naturale, priva di concettualismi o allegorie. Il suo linguaggio, ancorché calibrato e denso,si rivela di immediata tensione comunicativa. 

  Il suo dipinto è accurato, eppure sciolto. La tecnica non sottopone l’immagine ad alcuna forzatura, ma è quest’ultima ad entrare in sintonia con la prima. 

  Greco focalizza la rappresentazione con una dolce fusione di realismo e psicologia. Per lui infatti la realtà non va solo descritta, ma compresa nella sua dimensione interiore che è quella per definizione più sfuggente. 

  Ecco allora come il “vero” di Greco non si presenta con i connotati della descrizione, ma con la sensibilità della poesia, di una poesia che è scritta con il colore, con i suoi mutevoli cambiamenti e non con parole e frasi. 

  Esaminando più in profondità il suo figurativo linguaggio si nota il pronunciato vigore del disegno. Per l’artista la potenza espressiva dell’immagine non si ottiene necessariamente dalla deformazione, dallo sconvolgimento strutturale degli elementi compositivi. 

  Talvolta la figurazione, definita in un particolare rapporto tra oggetto ed atmosfera, imprime all’immagine una onirica vibrazione, ed è questa la strada su cui saggiamente si incammina e, a ragione, persiste l’artista. 

  Il linguaggio di Greco non si avvale di esasperazioni, sembra suggerire più che evidenziare. 

  In tempi così poco inclini alla introspezione, la pittura di Greco è un salutare viaggio nell’anima, condotto con la lungimiranza del colore e della luce. La pittura di Greco sa intervenire con delicatezza e lucidità nel filtro della memoria. Le immagini sono raffinate, ma senza affettazione. Per Greco lo stile non è un problema astrattamente formalistico, ma 

in primo luogo il risultato di una penetrante investigazione interiore. 

  Per questo nella sua pittura non si avverte la ripetitività della “maniera”, ma la sfida continua che si evolve dipinto dopo dipinto. 

  Ogni opera è un mondo a sé, dotata di una propria individualità. 

  Greco non si disperde in un facile eclettismo, non persegue i dettami della moda, ma rimane in sensibile ascolto della sua personale ispirazione. 

  Un atteggiamento a lui congeniale, proprio perché la sua pittura procede per meditata riflessione senza estemporanee divagazioni. 

  La sua pittura si concentra sull’oggetto, lo lascia vivere nella realtà della luce, la sola che per un pittore veramente conti. 

  E nella quale Greco dimostra la sua elegante ed intensa poesia del tempo. 

  

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