LUIGI GALLI

Presentazione del critico Luigi Galli

Personale dell’artista a Piacenza 

Galleria “Atelier d’Arte di Braceschi” – Ottobre 2006 

  

  

Bruno Greco ed il sentire poetico 

  

Un pittore che ha una gran fortuna, Bruno Greco: quella di essere un vero poeta. 

Chi è poeta? Colui che sa immergersi nelle realtà, piccole o grandi che siano, per trarne il senso profondo della bellezza. 

Bruno Greco passa per le vie del mondo con occhi incantati. Non gli sfugge nulla di quanto possa destare una sensazione complessa, ossia un’emozione che lo colpisca integralmente, in tutta la persona. Allora, si commuove, come ogni vero poeta, e pensa di catturare, di porre sulla tela, quell’attimo, perché in qualche modo duri e testimoni che l’armonia esiste, per chi la sa scoprire e per chi la vuol ritrovare, magari partendo da un’opera d’arte. 

La bellezza, per Greco, è un universale che si fa poesia. Ed il poeta è colui che la rende attuale. 

Greco non ha bisogno di classificazioni. Non avverte la necessità di entrare in qualche corrente dell’arte moderna. Quando la poesia lo raggiunge, egli distende sulla tela il suo canto e basta. Da artista autentico, non si pone problemi d’appartenenza. Segue, come tanti grandi, la voce del suo talento e dipinge. 

Ne vengono opere che, per chi guarda con l’occhio del critico d’arte, si potrebbero definire iperrealiste. Ma nella categoria ci stanno strette perché esprimono qualcosa in più, un fascino che va oltre la razionalità dell’iperrealista, un frammento caldo dell’anima che ha visto e si è commossa. 

Intendiamoci, Greco non è un naif dalla forza poetica, pure dalle marcate ingenuità. Egli possiede mestiere, pratica d’arte, abitudine al colore. E’ entrato anche nei meandri delle tecniche, ha trovato quanto cercava, quindi ha superato il mestiere per lasciar uscire, senza impacci, il proprio mondo interiore. 

Lo sguardo di questo poeta si estende su ogni motivo di vita. E’ naturale. Ecco, allora, infuocati tramonti con intensi riflessi sulle acque, oppure paesi nel silenzio di un’abbondante nevicata, o anche verdi visioni della natura in cui si muovono eleganti cigni. 

L’uomo contemporaneo ha necessità di porsi innanzi a queste opere. Rappresentano esse stacchi lirici che gli permettono di superare le tante materialità di un mondo che rischia di perdere il rigenerante canto poetico. 

                                                                                             


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