Antonio Caggiano

Cesare Andreatta, pittore trentino, con i suoi numerosi lavori

(paesaggi, lagune,chiese, monumenti, scene d' assieme sacre o rupestri,

ritratti, icone, fiori, bestiario, marine, nature morte, castelli, nudi

femminili ecc.) contrappone fra miti del nuovo e dell' antico, una

continuativa struttura formale del tempo e dello spazio nonché

della vita in una condizione storica generale, dove si determina ogni

possibilità operativa e un legame costante con gli aspetti varianti

e variegati dell' esistenza.

Le scene corali (alla Bosch) il richiamo al mondo naturalistico

affascinante che fu di Ligabue, l' iconografia sacrale che si fonda

sui canoni della liturgia di ogni disciplina cattolica e ci rimanda ai

concetti biblici; sono gli "elementi base" di questa pittura narrativa

del nostro Andreatta fra allegorie e simboli che nascono non dal

segno rappresentativo ma dai contenuti significativi delle scene

rupestri, dalle icone sacre e infine dalla memoria che delinea volti

e figure. Vitalistiche descrizioni rese con attente e sapientemente

colorate decorazioni, per cui natura, umanità e cielo stellato

danno al quadro una notevole vivacità visiva fino alla più attenta

riflessione sui particolari. La tradizione pittorica (quella della

"Storia dell' Arte") qui trova accenti conseguenti allo sviluppo

di una quotidianità paludata in vesti diverse ma con il senso classico

di ciò che vuol essere impeto grafico con scene di un passato

remoto e di un presente attivo che incorniciano il tempo, entrano

nel campo dell' aneddotica e dei sentimenti, e trovano con un

efficace gergo di atelier motivazioni e significato. Il resto lo fa il

colore. Queste immagini, quindi, inserite negli stessi revivals del

mito trovano la loro continuità in una narrazione pittorica che

indica il passaggio del tempo.

                                  Antonio Caggiano. - Ferrara


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