Il Resto del Carlino: 1995 20 maggio Andrea Degidi

Andrea Degidi servizio su sei colonne, tratto da: Il Resto del Carlino di sabato 20 maggio 1995. Il titolo: Il profeta 'Cyber art' sottotitolo: "C.D." Taverna plasma codici e numeri in immagini 'Il computer è una mia espansione'. Ai Confini Tra Creatività E Tecnologia. Didascalia della fotografia: Claudio Davide Taverna (in arte Cd) accanto ad una delle sue più singolari creazioni: la poltrona cibernetica. Si tratta di una complessa trasposizione delle elaborazioni al computer in forme e colori che ovviamente hanno ben poco a che fare col concetto tradizionale di poltrona. Ma l'arte non si discute, tanto più se è cyber art. Taverna l'ha recentemente esposta anche a Londra. L'occhiello: Piemontese d'origine, si è fermato a Forlì nel 1986. Lancia ora l'"Hypermanifesto" per tornare alla natura attraverso l'informatica. "La Cyberart è un ponte fra l'uomo del passato e quello del futuro", parola di Cd Taverna, artista-creativo piemontese fermatosi casualmente a Forlì dal 1986 e da allora mai più ripartito. "Cd" alias Claudio Davide Taverna, ha quarantasei anni, una folta barba che gli incornicia il viso e un cervello in perenne eruzione di idee. Arte, scrittura, filosofia, scenografia, fotografia e pittura. Questi sono alcuni dei settori in cui si cimenta da anni, cioè dal 1968 quando ad un tratto si ritrovò proiettato dalla tranquilla vita della sua Alessandria al caos creativo di Milano, dove si era iscritto al corso di Filosofia con indirizzo estetico presso l'Università Cattolica. L'ansia di sperimentare l'ha divorato fin da allora, portandolo a risultati lusinghieri nel campo dell'arte. "Mi è sempre piaciuto dar sfogo alla mia creatività, confessa compiaciuto nella sua casa studio di Forlì, un vero e proprio "covo" in stile Archimede Pitagorico per le sue incursioni artistiche che ancor oggi riportano Milano nella sua vita. "Vivo a Forlì dall'86 -racconta-, ma le ragioni che mi portarono qui sono alquanto singolari. Venivo da Milano in camper con mia moglie e mi stavo dirigendo a Roma, per vedere una mostra. Purtroppo incappammo in una nevicata sensazionale che ci costrinse ad un inaspettato stop. La città ci piacque così tanto che ci fermammo una settimana, e dopo decidemmo di stabilirci qui". Una città diversa dal solito, lontana mille miglia dal caos di Milano; ricca di calore umano, ma deficitaria nel versante dell'avanguardia culturale. Ecco cosa trovò in Forlì Cd Taverna; una città ideale per vivere e rigurgitante di stimoli culturali. Tutti stimoli, potremmo definirli in-put sapientemente metabolizzati dall'autore piemontese, basta guardarsi intorno nella sua dimora per rendersene conto. In ogni angolo sono appese tele e quadri che incarnano alla perfezione l'ansia di sperimentazione di Taverna. Vicino ad una parete c'é una sedia, ma attenzione. Non una sedia come tutte le altre. Si dinoccola lungo lo scheletro di legno nella sua eccentricità, e potremmo dire che il colore dominante è il beige se non pensassimo quasi di fare un torto agli altri infiniti toni che tinteggiano questa creatura che lo stesso Taverna espose qualche tempo fa in una mostra a Londra. Adesso l'ultima trovata dell'artista è legata al computer, infatti una mentalità e all'avanguardia come la sua non poteva non trovare sfogo nel mondo dell'informatica: "Fin dal 1991 decisi di servirmi del computer come strumento amplificatore della mia attività. E scoprii un mondo incredibile". Da un paio di anni infatti Taverna sta portando avanti il suo ultimo progetto, battezzato Hypermanifesto. Che cos'é? E' una specie di dizionario virtuale in grado di far accedere tutti, ma veramente tutti alla realtà del computer, dimostrando così come questo mondo non sia poi così fantascientifico come sembra. "Lo scopo -spiega- è quello di trasformare numeri, simboli e codici in immagini, e di farlo con grande immediatezza". Un Hypermanifesto che è l'emblema di quello che Taverna chiama Cyberart, intesa come opera votata ad un ritorno all'immediatezza per spiegare con poche immagini le sensazioni per descrivere le quali occorrerebbero mille e mille parole.
Scopri di più