Luca Monti

Daniele De Naro, è pittore che appartiene, a pieno titolo, alla scuola paesaggistica toscana. La sua pittura, infatti, rimanda a quei maestri degli anni '50 e '60, che hanno fatto la storia dell'arte, pur non ottenendo fama mondiale, tranne, forse, Ottone Rosai. A differenza di Rosai, tuttavia, Daniele De Naro, non anima con figure umane le strade fiorentine intorno al Viale dei Colli, ma le adorna mettendo in evidenza, quelle piccole nature morte, rappresentate dai giardini, o dai cespugli, al bordo della strada. In questo modo l'artista riesce a bilanciare il colore intenso delle case che rischierebbe altrimenti di monopolizzare il paesaggio, rendendolo senza sbocchi prospettici. Un altro punto forte dello stile di De Naro, è proprio la prospettiva, apparentemente poco curata, ma in realtà progettata per ampliare l'orizzonte visivo dell'osservatore, colpendone la fantasia. Si è curiosi infatti, di vedere cosa si cela dietro la strettoia, o dietro il gruppo di case. Insomma si tratta di una sorta di pittura in movimento, diario di un viaggio personale, alla scoperta di angoli nascosti di Toscana, lontani dai flussi turistici, eppure degni di essere ricordati per le emozioni, che i contrasti cromatici che vi si scoprono, sanno dare. Ultima nota interessante, è la firma dell'artista, che sembra disegnata al computer, tanto è netto ed azzeccato nel contesto dei dipinti, il carattere utilizzato per siglarli. Insomma Daniele De Naro, ha tutte le carte in regole per poter stupire in positivo, eventuali collezionisti avveduti, che volessero accostare il suo nome, a quello di altri paesaggisti toscani, perchè non è vero che l'arte contemporanea è solo concettuale, il paesaggio c'è e ci sarà sempre nel cuore degli artisti e negli occhi degli osservatori. Concludo parafrasando una celebre pubblicità di gioielli di qualche anno fa, dicendo: “Un paesaggio di Daniele De Naro è per sempre!”

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