Ilaria Minghetti

Le tappe che Davide Pacini ha percorso nel mondo dell’espressione artistica sono diverse, con un arricchimento reciproco tra queste: la fotografia, la grafica, la pittura.

Nel ’75 la fotografia è stata la sua finestra sul mondo del comunicare attraverso le immagini. Nata come semplice interesse personale, da subito la fotografia divenne un elemento attraverso il quale analizzare i soggetti, studiare la luce, valutare le sfumature in foto che erano soprattutto in bianco e nero, osservare i particolari. Il gusto del particolare lo fece iniziare nel ’77 a disegnare e a creare soprattutto fumetti dove il singolo particolare era il “significativo” ciò che dava motivo all’insieme.

Passione nata a scuola, il fumetto si sviluppò come piacevole momento creativo dal quale è nato Wolf, il personaggio di un medico pazzo protagonista di vignette e storie. Come le fotografie anche i fumetti sono stati proposti in mostre e questi ultimi sono stati anche utilizzati in pubblicazioni.

Il leggere la realtà nel particolare del vero attraverso le fotografie, il proporre la fantasia con il gusto del particolare con il fumetto, hanno portato Pacini ad amare la pittura che in lui è analisi del particolare del vero attraverso una lettura personale.

Dall’88 Pacini ha trovato la dimensione espressiva delle proprie emozioni nella pittura. Paesaggi, figure, volti, realizzati a olio e solo talvolta ad acquerello, sono realtà di quella “fetta” di vero che lo affascina e che per lui passa dalla vita, alla mente, alla tela.

Talvolta visti casualmente, talvolta ripresi da sue foto, talvolta cercati, portato da una capacità di analisi innata che lo guida verso ciò che è particolarmente significativo, i soggetti di Pacini sono legati strettamente al reale, ma proposti attraverso una lettura intima che ne sottolinea atmosfere coinvolgenti.

Per tutto ciò è determinante l’uso del colore: netto o sfumato, tenue o forte, senza dubbio protagonista dell’opera quanto il soggetto stesso. Dalla scelta di un soggetto letto con la propria anima e fatto “vivere” con il colore, nascono opere fatte di emotività. Le opere di Pacini sono opere nate dal cuore e da un istintivo coinvolgimento per un soggetto: sono emozioni, sono attimi di gioia, sono momenti di malinconia che attraverso la scelta del soggetto e l’uso del colore prendono forma sulla tela.

Sono opere che Pacini definisce “di getto”, nate cioè dal fascino che un soggetto ha su di lui e da sensazioni istintive. E in questo è la bellezza delle opere di questo artista: sono messaggi nati dal cuore e rivolti a chi con il cuore, e non solo con gli occhi, legge la vita.

Ilaria Minghetti

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