Salvatore Russo

Il mare con i suoi infiniti misteri, diventa l’oggetto d’indagine della pittura di Demò. L’osservatore viene così catapultato in un mondo dominato da nuove architetture della forma e da una straordinaria eleganza segnica. il Maestro della spatola, così voglio definire Demò. Spatolate di colore che non risiedono in nessuna prigione cognitiva, ma che spaziano liberamente in fondali sottomarini. Nelle narrazioni visive del Maestro, i colori dialogano con la resina, che gli conferisce una grande lucentezza. Con grande abilità tecnica, Demò, traccia quelle che sono le linee guida di un pensiero legato al concetto di libertà, che viene materializzato dal Maestro, attraverso la rappresentazione delle barca a vela. Un pensiero geniale che sconfigge il classico bigottismo della forma, fino a navigare nuovi mari. Le sue pitture sferiche, sono in realtà dei grandi oblò dai quali osservare il mondo sottomarino. Una pittura in cui l’uomo è assente. Una pittura non inquinata dal malessere della psiche, ma che trova nella bellezza eterna, il suo nuovo credo, da cui far ripartire la religione dell’Arte. Una religione che abbandona il blasfemismo della forma classica per approdare, attraverso le ricerche di Demò, nella nuova Atlantide, città in cui l’uomo è finalmente libero.
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