Biografia

Dina Isacchi si diploma al Liceo artistico e  consegue la Laurea in Architettura al Politecnico di Milano.

Dipinge dal 1963, ma solo nel 1975 si presenta al pubblico con una sua prima personale di grafica e pittura. Organizza nel corso degli anni mostre personali alla galleria d’arte “La tavolozza” di Lecco, al Museo Arengario di Monza, al Convento San Paolo di Parma, a Brescia, alla galleria d’arte “Artitalia” di Milano, a Como, alla galleria d’arte “Il tetto brianzolo” di Lissolo di Perego (LC) e nel suo atelier di Monticello Brianza (LC), dove tuttora realizza le sue opere.

Partecipa all'esposizione internazionale collettiva "Dal colore alla materia" presso la galleria Spazio Museale Sabrina Falzone a Milano in via Giorgio Pallavicino 29 dal 17 novembre al 1 dicembre 2012.

Partecipa all’esposizione collettiva “Luminosità” presso la galleria d’arte Artemisia Gallery a Bergamo in via Moroni 124 dal 8 al 23 dicembre 2012.

Esporrà le proprie opere al Museo del Louvre di Parigi, sala Carrousel, dal 25  al 27 ottobre 2013.

 

Partecipa a numerosi concorsi collettivi ovunque riscuotendo lusinghieri successi.

Tra i premi ricevuti citiamo:

- Secondo premio “Il gallo d’oro 1978”, città di Abbiategrasso;

- Primo premio “rassegna nazionale di grafica e pittura”, Galleria d’arte “La tavolozza“Lecco;

- Secondo premio (scultura) alla sesta edizione del premio “Primavera” 1982, Monza.

 

Sue opere si trovano in numerose collezioni private in Italia e all'estero.

 

Scrivono di lei in particolare : Margherita Rizzardi, Giannino Cascardo, Carlo Fumagalli, Elisabetta Invernici, Pino Dal Prà, Mario Monteverdi, Roberta Filippi.

 

“Dina Isacchi ha affidato al cavallo – non animale, ma essere vivente e operante – il compito di suscitare il più e il meglio delle sue emozioni artistiche. Compiute esperienze pittoresche che l’hanno indotta anche a un colloquio con la natura, grafiche e dipinti che l’hanno spinta a indagare nella psiche umana, si è dedicata anche alla scultura. Plasmando la creta e facendole duttilmente assumere le forme predilette, ha loro attribuito quel movimento, quella fluidità, quella scorrevole agilità che, di grado in grado, si traducono in regole stilistiche, in deformazioni espressive, in interpretazioni anziché in “copie dal vero”. E ciò si estende anche alla figura umana, ai volti ispirati, ai sentimenti ch’essi contengono. Così con la materia diviene efficace strumento di elevazione dello spirito”.

 Estratto dal “dizionario critico Artiitalia” primo quaderno curato da Mario Monteverdi patrocinato da A.N.V.A. (Archivio Nazionale Valori Artistici).

 Contatti:

[email protected]

 tel. 339-8721417

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