Fulvia Minetti

La ruvida materia pittorica della Divan è la sinestesia sofferta di una pelle umana che rinuncia alla morbida certezza solare dell’individualità,

in continuità estesa alla resistenza e all’attrito della scabrosa pelle del mondo, partecipe della nigredo disgregante della morte della coscienza,

per una reintegrazione inconscia alla totalità oggettuale.

Proprio da questa pulsione altra ed estranea, che nitrisce, non dice, del rimosso, rinasce l’albore di un tempo circolare di senso e d’infinità di possibili, che imbriglia, per un istante, la corsa della futilità lineare depauperante.


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