Dott.ssa Anna Pasetto, critica d'arte.

Pennellate materiche, a tratti furiose ed infuocate dalla scelta del colore, che sanno diventare gocce che cadono come a voler far emergere il nucleo semplice e centrale della sostanza.

Pennellate che sanno sparire regalandoci l'opportunità di far uscire le nostre emozioni.

Tratti che inquadrano senza giudizio e che ci invitano a guardare e sentire ciò che c'è.

Pennellate che tornano, animate ed animanti, a mostrare ciò che solitamente non si vede, come il vento ed i suoi svariati e repentini cambi di direzione senza apparente motivo.

Colori che si animano e si confrontano, creano concrezioni materiche che dipingono -con ombre e luci- la superficie della tela.

Cieli gialli, verdi e rossi così come la terra e l'acqua a ricordarci che tutto è composto dalla stessa essenza e che solo il nostro sguardo crea forme e racconti nell'incontro con la tela.

Pennellate che si allungano e si dilatano, indirizzano il nostro sguardo e a volte lo aiutano a perdersi.

In certi dipinti il mondo appare sognato e sognante, in altri prende la forma l'ignoto.

Gioco futile dar la caccia al già visto perché nelle sue opere è chiara la ricerca di una propria voce, di un dialogo personale con colori, materia, luci e ombre, per cercare di farci partecipi dei mille paesaggi, luoghi e spazi che il suo viaggio la porta ad incontrare. Questa è la magia dell'arte di Elena Bindi!

(prefazione alla monografia "Elena Bindi. Pittrice", L'inedito editore, ottobre 2020)

                                                                   

 

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