Pasquale Di Matteo n.(2)

Nell’arte di Elena Mariani, si espleta lo scontro tra l’aspetto figurativo e quello astratto. L’artista, infatti, si esprime attraverso le due forme artistiche ed eccelle in entrambe. È come se Elena Mariani volesse valutare quale delle due forme sia la migliore per sé, la più congeniale a esprimere ciò che ha dentro. Nelle sue opere e negli stili con cui si caratterizza, l’artista ricorda gli artisti russi del Suprematismo, per quanto riguarda l’espressione informale, e i grandi artisti del Quattrocento per quanto concerne la figurazione. Nella figurazione, infatti, sia l’uso della prospettiva che la delicatezza dei colori fanno pensare al periodo immediatamente successivo alla scoperta della prospettiva di Brunelleschi, quando alcuni artisti, pur approcciandosi alla nuova scoperta, mantenevano fede ad alcune teorie utilizzate fino ad allora. Lo stesso utilizzo della tecnica del contrapposto denota la voglia dell’artista di movimentare, di donare dinamismo alle sue opere. E il movimento caratterizza tutta l’arte di Elena Mariani, figurativa e astratta. Le figure geometriche catturate nella rete si muovono, colorate dei colori del sole, del cielo, dell’acqua e del sangue, tutti elementi che riconducono alla vita. I seni nudi della donna con l’anfora sono messi in evidenza e anche questi sono segni che accendono i riflettori sulla vita umana. I fili luminosi imbrigliati nella rete, che si agitano tra le forme geometriche, diventano allora legami per cucire gli elementi, per confezionare gli elementi su misura. Ma l’attenzione per la vita si ritrova in gran parte delle opere di Elena Mariani, fino a farne un’ossessione, nel senso positivo del termine. I seni di donna si ritrovano in altre figurazioni, così come un elemento spicca su tutti gli altri e in ogni opera dell’artista: la luce. A volte nella scelta dei colori, altre volte nella declinazione del cielo, spesso addirittura sottoforma di raggi, la luce ricopre un ruolo fondamentale nella sintassi con cui si esprime Elena Mariani. La luce è il collegamento con il mondo spirituale, il codice con cui collegarsi alla fede, che in Elena Mariani sembra rivestire un ruolo importante. Infatti, sono diverse le opere che raffigurano icone della religione cattolica. Una fede non fine a se stessa, ma che diventa motivo per migliorarsi e per cercare di accendere la luce nella vita di ogni giorno. L’arte di Elena Mariani sembra un cammino alla ricerca dell’illuminazione, di quel quid capace di conferire la maturità assoluta, della mente e dello spirito. Elementi che insegue in ogni opera, soprattutto nelle espressioni informali. Nell’artista convivono due anime che non si combattono, ma cercano di prevalere sull’altra. L’anima legata alla realtà, a quanto è ambito del senso visivo, e quella convinta che la libertà dell’artista dal vincolo della rappresentazione della realtà, sia la conquista di un’espressione suprema, ossia essenziale, della visione. Il mix che ne scaturisce fa di Elena Mariani una delle massime interpreti della tradizione artistica italiana e, al tempo stesso, una capace artista contemporanea, attenta alle novità stilistiche così come alle dinamiche del vivere. Una visione della vita in chiave spirituale che si perpetua non soltanto nella luce o con gli omaggi a santi e icone religiose, ma anche attraverso la grammatica del colore. Infatti, nelle sue opere trovano spesso spazio l’oro e il bianco, in un trionfo di voglia di cambiamento e di ricondursi alla parte spirituale del sé. L’arte di Elena Mariani, sebbene animata da intenti precisi, per l’appunto l’ascesa dell’uomo a una dimensione più spirituale, quasi mistica, non è tuttavia schematizzata, né liquidabile ricercando modalità stilistiche precise. Bensì si muove sulla strada della libertà espressiva. Si tratta di un’arte sciolta da ogni scopo pratico, che risponde all’esigenza della pura sensibilità artistica. Anche nelle opere realiste dell’artista, il mondo dell’oggettività non costituisce un serio elemento di distrazione per l’artista, che, al contrario, è capace di non smarrire il senso catartico del dipingere, proseguendo sempre sulla strada della libertà espressiva, verso l’orizzonte dell’incontro tra forma fisica e forma spirituale di sé. L’unico elemento che non abbandona mai l’artista nel suo cammino è l’accento sulla genesi della razza umana, sul ruolo di madre delle donne, su quella maternità è il principio di ogni cosa e il collante ideale tra la forma terrena e quella ultraterrena della vita.

A cura di Pasquale Di Matteo

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