Maria Teresa Prestigiacomo Galdi

La Sicilia di Fausto Rizzo custode di memorie.

E la memoria storica di Rizzo è la Sicilia, quella delle vecchie costruzioni di pietra che egli accosta alle immagini dei vecchi, entrambi unici testimoni della storia delle piccole comunità dell’entroterra isolano e gelosi custodi di memorie e segreti, questo sembra comunicarci l’artista nell’avvenire il fascino delle pietre siciliane – mirabile unione tra storia e natura – sopravvissute al degrado del tempo, in una Sicilia in cui si pensa e si sente come la gente araba e si agisce come quella greca.

È la Sicilia dei tetti di tegole, aggrappati ai pendii e carichi di rosso al tramonto; dei tetti abbracciati al campanile di una chiesa che, con i rintocchi delle sue campane, scandisce il ciclo delle stagioni dell’anno e della vita degli uomini: storie di gioia e di dolore, di mestizia e di festa, di lavoro e di noia, consumate attorno ad una piazza lastricata con gli stenti dei padri.

In tutte queste cose sta il senso della pittura di Rizzo che non si configura quale puro esercizio accademico, pur nella dovizia dei particolari rappresentati e nella precisione dell’esecuzione, bensì quale comunicazione di notevole sensibilità artistico – poetica che ha, tra i suoi obiettivi, la tutela dei beni culturali del territorio, quale presupposto della salvaguardia dell’identità socio – storico – culturale del suo paese, San Cataldo, e di questa travagliata isola d’Europa.

Maria Teresa Prestigiacomo Galdi

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