Maria Teresa Prestigiacomo Galdi

Il fascino delle memorie

Fausto Rizzo ed il fascino delle memorie“Le parole sono pietre” recitava il titolo di una delle tante pubblicazioni riguardanti il tema “mafia” in Sicilia.

Invece nelle opere dell’acquerellista nisseno Fausto Rizzo, le pietre sono parole, cioè, raccontano la storia di una gente semplice e genuina, di paese; una epopea schietta e generosa di uomini modesti ma con un cuore grande.

Questo intende comunicarci il pittore di San Cataldo, schegge di memoria – velate di una dolce malinconia – di paesi che il tempo e l’incuria degli uomini di poca sensibilità han ridotto a brandelli di pietre.

Testimoni dello splendore dei tempi trascorsi, sono i vecchi; cosicchè il Rizzo accomuna questi ultimi alle case e ai palazzi abbandonati, quale “cronaca di una morte annunciata”, per dirla alla Marquez.

Il tutto viene rappresentato attraverso una sapiente tecnica, frutto degli attenti studi accademici del Rizzo, con tratti precisi e ben delineati che non lasciano spazio all’immaginazione.

L’acquerellista siciliano, sia che ci canti la decadenza della sua gente di Sicilia, sia che si perda nella contemplazione idilliaca della natura, mostra un’attenta analisi delle trasformazioni culturali – in senso antropologico – e del suo paese e della sua isola.Un attenzione tra le righe – che solo un attento fruitore dell’opera può rivolgere – è dedicata anche alla condizione femminile siciliana, mutata profondamente, nel corso degli anni.

Riguardo l’armonia compositiva delle opere, essa viene conseguita dall’artista con l’adozione di una gamma cromatica di tinte pastello dalle delicate dissolvenze di colore che solo la mano di un attento acquerellista può offrire alla materia: il cartoncino cotonato che, pertanto diventa il mezzo attraverso il quale Rizzo lancia il suo accorato grido di dolore per quelle tracce di piccola ma grande storia che ognuno di noi vorrebbe trovare impresse in un luogo e che la logica dei profitti ha, spesso, frantumato.

Maria Teresa Josè Prestigiacomo Galdi 


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