Santo Messina

I colori sono chiari, l’impatto è immediato e denuncia sentimenti ambivalenti per quei luoghi così carichi di affetto ma anche, troppo spesso, fonti di disillusione e di rammarico.

In Fausto ciò che prevale è la ragione, l’autocontrollo, l’ostinazione dei mattoni e delle tegole allineate, la ricerca della precisione denunciata dalla certosina pazienza nel riprodurre anche i minimi particolari come le screpolature delle finestre o le torsioni dei parapetti arruginiti dei balconi.

L’ambivalenza nei confronti dell’ambiente, il disagio dell’autore è denunziato non solo dagli ambienti e dai toni: gli esseri animati, le persone, sono assenti dai quadri di Fausto e, quando ce n’è qualcuna, ha le sembianze di un minuscolo vecchietto senza futuro.

Pare di cogliere qui l’insofferenza del pittore per l’egoismo, la superficialità dei rapporti interpersonali e la solitudine alla quale costringe la moderna frenetica realtà.

I suoi lavori sono il frutto di quell’esercizio di libertà, frutto di impegno serio e costante, di disciplina e di rigore intellettuale, di curiosità di conoscere e di capire, di voglia di esprimersi e di comunicare.

In conclusione bisogna dire che, prescindendo dal fatto che le opere rispecchiano le vibrazioni più intime dell’animo dell’artista che le ha generate, i suoi sentimenti, le sue passioni e le sue esigenze, quello che più interessa chi guarda, in un mondo che sempre più ottunde la coscienza, taglia le lingue e tarpa le ali alla farfalla della fantasia, è l’effetto che l’opera ha, le sensazioni che evoca, le emozioni che suscita.

Santo Messina

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