Prof Aldo Maria Pero

Ferdinando Ragni costituisce ormai un punto di riferimento fra i pittori legati alla dimensione figurativa della pittura anche se non mancano fra i suoi lavori aperture al surrealismo, pur sempre vincolato alla tradizione realista. Il suo mondo, oltre a rifarsi alla tradizione di quella Sardegna che rappresenta la sua dimensione umana, e' ricco di spunti diversi nei quali la figura si affianca con grande disinvoltura al paesaggio, colto nelle sue versioni di volta in volta drammatiche o di idilliaca serenità. Ma non mancano gli interni, talora costituiti da teneri bozzetti e qualche intenso ritratto. "Il piccolo clown" presentato a concorso e' un'opera un po' fuori dagli schemi tradizionali di Ragni, per quanto in esso sia evidente lo stile dell'autore: nettezza di segno, abile impostazione sintattica, discrezione nell'impiego dei colori, che tendono ad armonizzarsi in un sintetico tono medio, sicuro senso delle proporzioni e, nel caso specifico, patetismo espressivo. Il giovane clown e' legato alla tradizione che concepisce il clown come personaggio buffo ma dal cuore straziato, come ad esempio avviene nella famosa opera di Ruggero Leoncavallo. Ragni delinea infatti una mesta figura che porta sulla scena il male di vivere, avvinta disperatamente all'allegro palloncino della speranza


L'isola che non c'è' ", un possente sperone roccioso emergente dalle acque che lo circondano e lo affaticano con il loro incessante moto. Sopra volano uccelli, all'orizzonte rosseggia un tramonto che ricorda nei suoi carichi colori quelli delle grandi savane dell'Africa orientale. E le acque, merito di uno spirito che sa entrare in profonda sintonia con quanto dipinge e di una forte mano di naturalista, hanno un evidente spessore, un vero e proprio liquido peso; la roccia reca il segno evocativo dei secoli, gli uccelli sembrano quelli che annunciarono a Cristoforo Colombo la prossimità' di terre emerse. Dimenticata dalle carte geografiche, l'isola che non c'è' assume qui il significato di un perduto eden, noto solo alla memoria creativa di un'artista magnanimo.

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