Paolo levi. Gianni Vacca.

 La Gazzetta del Medio Campidano>>>Giuseppe Floris Serra e l’arte del Goccismo
27 Gennaio 2016
7 Vedi
3 Lettura Minima
Aggiungi Commento
7 Vedi

    Condividi questo!

Condividici...
Facebook
WhatsApp
Twitter
Print

“Gocce, tante gocce in serie, una accanto all’altra, create dal gesto semplice di appoggiare il pennello sulla tela che plasmano architetture naturali spontanee interiori. Paesaggi, figure e forme senza alcun vuoto, ma con sopra cieli infiniti e simboli solari che rievocano energie sopranaturali. Così la pittura di Giuseppe Floris Serra si apre all’universo, sollecitando valenze spirituali, perché le sue opere stuzzicano gli occhi e fanno volare la mente, tra panoramiche ricamate”.
A parlare così di Giuseppe Floris Serra (Arbus 24/08/1954) è Paolo Levi, critico d’arte, giornalista (attualmente corrispondente da Parigi per La Stampa), saggista e grande esperto del mercato internazionale d’arte moderna e antica. Paolo Levi però non è il solo ad essersi occupato dell’artista e del Goccismo. Questa tecnica personalissima e unica al mondo ha spesso e volentieri attirato l’attenzione di numerosi e qualificati critici d’arte di assoluto valore quali Dino Marasà, Andrea Dipré, Giorgio Falossi, Gerard Argelier, Giuseppe Martucci, Donat Conenna ed altri. E d’altronde non potrebbe che essere così dal momento che le sue innumerevoli e aprezzatissime opere sono custodite oltre che nella sua personalissima e visitabile pinacoteca (su appuntamento, ad Arbus in Vico V Repubblica 12 ) anche in collezioni pubbliche e private a Genova, Bilbao (Spagna), Milano, Ravenna, Roma e Cagliari.
Giuseppe Floris Serra ha portato le sue opere un po’ dovunque, come testimoniano i più recenti eventi espositivi organizzati all’Arte fiera di Forlì, a Corfù (Grecia), alla biennale d’Arte internazionale di Cannes in Francia, al Palazzo del Senato a Milano, a Venezia, Lisbona, Città di Castello e ancora nella prestigiosa Via Brera a Milano. «Il Goccismo rappresenta la luce, il movimento, il cromatismo, la profondità e l’infinito» sostiene l’artista impegnato tout court anche in altre forme pittoriche come lo sferismo, una pittura d’olio su alluminio con biglie di vetro e la pittura figurativa su Arte Sacra. Opere che stuzzicano gli occhi e fanno volare la mente. Interessante anche l’attività di scultore. Attraverso la sua enorme vena artistica e fantasia sono state create le “sculture che parlano al vento”, opere che esposte all’aperto quando il vento soffia emanano un soave ed armonico suono simile a quello del flauto.
Pittore, scultore, grafico e ritrattista. Puro e semplice autodidatta. «Solo un corso serale alle Belle Arti di Brera, Milano» confessa candidamente l’artista arburese. Innumerevoli i riconoscimenti nazionali ed internazionali a quello che può essere considerato tra le figure più interessanti del mondo pittorico contemporaneo. Il Gran Prix Giorgio Vasari a Firenze, il primo premio Euro Art Expò alla IV Biennale internazionale di Cannes, il David di Gian Lorenzo Bernini ed il premio Anne Frank per citarne solo alcuni, ma anche l’inserimento tra gli artisti contemporanei nel prestigioso catalogo nazionale di arte moderna.Tra le opere più significative, da ricordare: “Felicità senza tempo”, “Il viaggio”, “Il bimbomo spaventato”, “Alba rossa”, “I due salici” e “La ragazza che offre le perle al sole”. Pagine straordinariamente belle, affascinanti e misteriose di un libro non ancora ultimato.

Gianni Vacca

Scopri di più