Dieci donne coraggiose (Presentazione della Mostra "Segni di donne")

[in "Galatina.it" del 7 marzo 2013]

Fino al 18 marzo sarà possibile visitare, nel Museo Cavoti, la mostra 'Segni di donne'. Pubblichiamo la presentazione fatta, il 2 marzo scorso, da Rosa Dell'Erba. (d.v)

Galatina Letterata associazione nata nel 2009 presieduta dalla dottoressa Rosanna Verter e composta dalle socie fondatrici Silvia Cipolla, Isabella Indraccolo, Romina Mele, Salvatore Beccarisi inaugura la seconda edizione della mostra collettiva di arte contemporanea alla presenza del sindaco dott. Cosimo Montagna e dell’Assessore alla Cultura prof.ssa Daniela Vantaggiato. L’allestimento accuratamente studiato e sofferto- per certi versi- (non tutte le opere hanno una collocazione facile talvolta) da Silvia Cipolla e dalle altre socie ha realmente dato risalto, valorizzandole, tutte le opere presenti in mostra, quest’anno la mostra comprende i cortometraggi di Elio Scarciglia, fotografo e regista, visibili contestualmente ed ospitati in una delle salette laterali. Il pannello collocato all’ingresso del percorso contiene un racconto di Daniela Bardoscia, scrittrice ormai nota ai salentini e non solo, appositamente scritto per la mostra dal titolo “Da donna a donna” la cui recitazione sarà affidata alla prof.ssa Alessandra De Paolis.

La seconda edizione della mostra collettiva di pittura di artiste salentine a due anni di distanza da Donna è (inaugurata il 13 marzo 2010) conta 10 pittrici ciascuna con due opere. La mostra è allestita nel nuovo braccio del museo Cavoti restaurato ed aperto al pubblico nel corrente anno.

Molti si chiederanno se non è sottocultura o semplicemente retorico restringere una mostra di pittura ad una riflessione di genere, pensarla come evento al femminile… purtroppo no, è ancora tristemente attuale: i dati sulla violenza fisica, psicologica, verbale che offendono la dignità della donna sono in costante crescita. A Lecce è presente un centro anti-violenza dedicato a Renata Fonte ed è ancora tristemente attuale, ripeto, apprendere che il 32% delle donne nel mondo ha subito almeno una volta nella vita una violenza, in Italia il 14% una percentuale in crescita rispetto agli anni passati, eppure, se siamo qui stasera è grazie ad una coraggiosa collezionista americana che alla fine degli anni ’40, a Venezia, apre un piccolo museo a Palazzo Venier dei Leoni, (che acquisterà nel 1948 ed aprirà al pubblico l’anno successivo) dove trasferisce la sua collezione: Peggy Guggenheim, nipote del celebre Solomon proprietario del Guggenheim Museum di New York.

Già a Londra (nella propria galleria) propone Kandinsky, ancora sconosciuto, Tanguy ed altri artisti emergenti delle avanguardie europee. Successivamente anche Jackson Pollock, la cui produzione pittorica è stata spesso accostata, per ciò che riguarda la tecnica esecutiva, ad una Jam Session.

Le opere collezionate da Peggy erano all’epoca improponibili come opere d’arte: sia per i materiali poveri ad esempio il Mobile di Alexander Calder, sia per la forte presenza dell’astrattismo che era di difficile lettura e non aveva mercato, ma Venezia è un luogo aperto al cambiamento e la Guggenheim ne resta rapita. E’ la città dove Carlo Cardazzo, gallerista lungimirante, proprietario della galleria “Il Cavallino” scopre ed ospita nelle sue mostre, le opere di un artista salentino sconosciuto appena giunto a Milano: Ercole Pignatelli che attualmente è al culmine della carriera con mostre personali tenute in tutto il mondo. Pignatelli nel 1951 lascia Lecce dove aveva frequentato il locale Istituto d’Arte intitolato a G. Pellegrino e si trasferisce a Milano, intanto a Lecce, proprio in quegli anni il maestro Luigi Gabrieli insegnava l’arte di Picasso.

Stasera sono 10 le artiste altrettanto coraggiose, perché, anche se il nostro è un villaggio globale, è un villaggio in tempi di crisi e “l’arte che nasce nel silenzio della crisi” come ha scritto Luigi Latino merita attenzione e rispetto: Gabriella Torsello, Paola Rizzo, Maria Luce Musca, PinaGorgoni, Fabiana Luceri, Tonia Romano, Tiziana Sciacovelli ,in arte Tatiana Shake Welling, Filomena Vigna, Francesca Colitta, Rossana Giannico.

Francesca Colitta espone Quattro colonne S.Maria al Bagno e Campagna con trullo. Marcello Ippolito ha curato una piccola fortuna critica in cui giustamente parla di vedutismo in riferimento ai quadri in mostra, che non esauriscono, però, i temi della produzione della Colitta perché questa accoglie, infatti, anche soggetti di pittura botanica. Riproduzioni dal vero allo scopo di illustrare erbari, trattati scientifici genere pittorico che, già famoso al tempo di Plinio il vecchio (61-113 d.C.), assurge a dignità artistica per la bellezza e il gusto miniaturale dei soggetti vegetali.

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