Vincenzo D'Aurelio

Non si incorre in errore affermando che non si può avere contezza dell’opera di Francesco Danieli esulando dal pensiero di come essa sia una vera e propria coagulazione del suo spirito eclettico che è tale da fargli concepire cose fatte veramente ad arte. Certamente la formazione accademica, l’inclinazione artistica e l’indiscutibile abilità manuale sono gli elementi che donano ai suoi dipinti una qualità oggettivamente notevole ma queste mostrano solo la parte apparente di ogni sua realizzazione, perché per Danieli è sempre ben differente il valore intimo che egli assegna a ogni soggetto o a parte di esso pur pennellando per lo stesso tema. Basti guardare la sua produzione ed è facile accorgersi, per esempio, che in qualunque ritratto il tutto viene a concentrarsi nello sguardo e, soprattutto, negli occhi e nelle labbra nel cui spazio di realizzazione loro riservato l’autore esprime la maggiore puntualità delle proporzioni, del colore, dei tratti, dei contorni e della pennellata prepotente la quale, poi, sfoca, quasi si disinteressasse ma sempre con una certa maestria, verso le periferie della tela, del cartoncino o dovunque egli decida di imprimere il suo segno. Sono lo sguardo e l’espressione a generare i suoi ritratti e non viceversa, perché ogni soggetto ha un’identità esteriore ma, soprattutto, una interiore che per lui è precisa, tangibile e non replicabile. 

I dipinti di Danieli a tema sacro, sia che rappresentino Santi o edifici sacri, sanno di un tempo vissuto che, seppur passato, tiene viva la sua memoria e quella collettiva donando ai soggetti rappresentati un senso di allontanamento da tutto ciò che la contemporaneità fa perdere: il senso di noi stessi, le domande dal nostro profondo, la speranza, la fiducia, il sacrificio… 

Di fronte a questa sua sfera umana che, superando la semplice dimensione della creatività, ascende al senso dell’Essere si materializza l’opera di Danieli come la conseguenza di una sua esigenza viscerale a dar forma e concetto ai suoi soggetti. Il tema erotico, per quanto l’arte - dalla poesia alla letteratura, alla fotografia e alla pittura, al cinema - abbia già abbondantemente dato, in Danieli trova un ulteriore spazio di riflessione: non sono la voluttà, la carnalità e il piacere parti stesse ed essenziali di quella umanità prima trascesa? Ed è per questo che l’autore traspone la sfera intima sul piano del reale infondendo materialità ai suoi soggetti che così appaiono, a differenza del ritratto, nelle posture del momento più intenso laddove la grazia dona, riceve, attende, gioisce nelle sue carni.

Danieli è un artista che guarda all’umanità attraverso un prisma: la scompone e ne elabora i tratti senza necessariamente porsi il dubbio se il dipinto appaia “bello” perché egli opera e dipinge per il gusto di trasferire emozioni che sono a tutti percepibili tanto quanto empaticamente avvertite.

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