Michele Fuoco

Bisogna veramente aver preso coscienza del tradimento delle cose sensibili per vedere il coraggio sostiene André Breton di rompere i completamenti con Esse ea Maggiore ragione con ciò che è di facile e loro aspetto abituale ci propone lo sa bene Franco Garuti la cui pittura si pone Sulle tracce dei mondi possibili anche oltre al chiuso recinto della coscienza conquistando uno spazio libero in cui manifestarsi passato attraverso L'esperienza di copie d'autore di ritratti della della riproduzione della realtà ha fermato in composizione di rigore anche formale per esaltare la rappresentazione di frutti oggetti tra cui Lumiere l'artista Modenese scopre è una nuova dimensione dell'uomo e delle cose delineando un ampio quadro di diversità tematiche nel riconoscimento di una diversa capacità di indagine ci sono delle realtà di un grado di esistenza non più piccolo di quello che possiede il mondo esteriore degli oggetti visibili e quanto Garuti ci permette di individuare Nella sua opera di impronta onirica che accoglie una molteplicità di senso. Non si tratta di trovare certezze di tutti gli aspetti della conoscenza del mondo normale ma di intraprendere un viaggio quasi fantastico alla ricerca di una diversa, forse quella vera identità dell'uomo polarizzando l'interesse descrittivo su ciò che nella figura umana c'è di meravigliosa e di strano l'intento non è quello di inventare un mondo da sostituire a quello reale ma di dare voce anche ad un  universo sconosciuto che puo mostrarsi l'altra faccia, quella occulta, dell'esistenza dell'uomo.Per questo la pittura di Garuti non giunge mai ad immagini estremamente deformate ed inquietanti a prendere brandelli di corpi e di cose che possono destare concerto  ripulsa. Le operazioni di metamorfosi vengono contenuti in trasformazioni, mai del tutto paradossali, di figure che riescono ancora a palpitare di forze impulsive che irradiano lo splendore della vita. E vivo il culto della bellezza che nasce dalla fascinazione del corpo femminile ma altrettanto intensi sono la trepidazione per la sua fragilità e l'incubo della precarietà e di soluzioni che l'artista cerca di esorcizzare con un linguaggio sicuro, sontuoso che si rinsalda nella stupefazione del colore,nella densità di una materia e splendente che sembra sfidare le erosioni del tempo. La veste linguistica lussureggiante di immagini esalta da una parte le nudità dei corpi quasi modellati secondo canoni della tradizione estetica e alimenta dall'altra storie singolari che sfociano nei territori dell'immaginario.La bellezza coincide con la presenza misteriosa della donna con la sua dimensione quasi mistica (nascita di Venere) con l'esaltazione delle forme e dell'ardore del corpo che sembra celebrare la festa dei sensi e accesi fantasia adomandosi di frutti e foglie (Il riposo di Diana)con un culto della forza che si impone con "l'inganno fatale"su quella dell'uomo dell'animale (cavallo) spinto fino all'estremo limite della annientamento della sua volontà, con la capacità di farsi portatrice di nuove forme di esistenza(Linfa vitale),  con il destino salvifico nei confronti di altre creature (Compassione). La sua pittura possiede anche la forza trasgressiva per cercare di oltrepassare le porte del segreto,dell'inconscio, facendo confluire in essa inquietanti interrogativi sulla condizione umana sulla figura femminile e sulla  mutilazione di qualche parte del corpo sulla vertigine dei suoi desideri repressi,su palpiti di carne per sensi delusi, su l'aspirazione alla libertà che le viene negata dalle assurde regole di conformismo,da pregiudizi atavici ,sul suo stato di precarietà per cui essa cerca e trova una certa "Protezione Celeste" sotto l'ala di un inquietante uccello rapace.Incombe sulle figure lo spettro di fantasmi nascosti, di ombre gli abissi, del luogo del proibito, la temporalità di uno scenario immaginario. All'artista non resta che organizzare l'opera in una strategia di immagini di occultamento e di rivelazione per cercare di scongiurare lo spazio della paura, la profondità e l'angoscia del vuoto.La paura della morte. La rappresentazione non è quella del proibito,ma del possibile anche oltre la sfera del reale, della visione di scene che sembrano  scaturire da esperienze vissute,da desideri anche sognati (La possibilità che Venezia possa essere salvato solo da una forza superiore), da un oscura profondità.Talvolta Garuti fonde l'animato e l'inanimato, realtà inconciliabili, perviene ad assurdi accostamenti tra natura umana e quella vegetale (Natura ribelle) che non negano al quadro una valenza formale figurativa e soddisfano allo stesso tempo la poetica surrealista.lL'artista evoca pensieri e fantasmi da l'ombra feconda della vita con la consapevolezza che il mondo non ha bisogno di essere deformato, in quanto è già tale.Per questo le scene sono sentite  senza smarrimenti,senza ribellione,contemplate nei loro sensi palesi ed arcani,come testimonianza di un sogno ad occhi aperti o di l'esperienza dell' esistenza trascorsa nell'altrove.

Michele Fuoco

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