Professor ROSARIO PINTO – Critico e Storico D’Arte

Recensione Critica ( Brani tratti dal Catalogo di Gabriella Teresi recensito dal Prof. Pinto)

.................Nel secondo cinquantennio del Novecento, in Campania, si sviluppa un’intensa ricerca artistica che muove dalle coordinate creative dettate nella ‘scuola’ di Emilio Notte. Personalità come la Palligiano, la Trapani, la Vaira la Rezzuti, la Balice, la Cappiello sono il prodotto di tale temperie, al di là degli specifici influssi dell’insegnamento di Notte ed in consonanza, piuttosto, con quando veniva compitando la creatività internazionale. Giova, in tale prospettiva, additare che l’opzione ‘informale’ non si dà come opzione stilistica determinata, con piena adesione alle poetiche e puntuali riscontri contenutistici; piuttosto l’opzione ‘informale’ appare una deriva particolare d’un più ampio contesto ‘astrattegiante’ che fa capo ad una concezione generale e diffusa, per cui l’uso del termine ‘astratto’ non comporta necessariamente adesione alle dinamiche stilisticamente ‘astrattiste’. Convivono, così, istanze prettamente astrattiste con empiti ‘materico-informali’ accanto a delibazioni ‘nucleari’, spesso in un intreccio formale che denuncia tratti di eclettismo o, se si preferisce, di sincretismo stilistico. …………………La personalità di Gabriella Teresi, sia pure a distanza di molto tempo da questi fatti dell’immediato dopoguerra, va a recuperare queste stesse istanze, dimostrandone la validità e sperimentandone nuove scansioni, opportunamente calettate sul proprio della nostra contemporaneità. Ciò che è interessante osservare è che, anche nel caso della Teresi, come già per le altre artiste citate, il punto di partenza è quello del confronto con la realtà, col dato emergente del rapporto ineludibile con l’oggetto analizzato nella sua dimensione più vera…….. La Teresi non abbandona mai definitivamente l’ancoraggio all’oggetto, anche quando la traccia di esso appare definitivamente insondabile nei meandri tumultuosi degli addensamenti materici. …….nella Teresi il gusto materico riesce a creare la sopraffazione sensuale dell’ancoraggio oggettivo, delibandone solo la traccia estrema nel trionfo pieno d’una sorta di escatologia della dimensione estetica in cui la materia celebra l’estremo trionfo del superamento della forma che si annichilisce nella totalità di un contenuto, che va colto per adesione immediata ai suoi significati più intensi ed estremi, scavalcando la possibilità più semplice d’una sua epifania in termini lessicali condivisibili secondo una leggibilità planare. Ciò che interessa, quindi, nel lavoro che va svolgendo Gabriella Teresi è proprio questo suo continuo ed inarrestabile rincorrere gli spessori contenutistici, ricercandone lo svolgimento espressivo in una sorta di tentativo convinto di azzeramento o di narcotizzazione delle esigenze formali. In questo senso, è, secondo noi, possibile parlare per la sua pittura anche di una dimensione ‘astratta’, di una esigenza lontanante e progressiva che spinge la sua creatività pittorica verso regioni espressive in cui il confine tra l’astratto e il ‘concreto’ si fa labile ed impercettibile. Attraverso tale delibazione creativa la Teresi recupera ragioni creative che appartengono, per certi versi, alla stagione nucleare.


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