Vittorio Visonà

Presentazione, di Vittorio Visonà

Le Passioni di Giannino Scorzato sono state e sono essenzialmente due:

Rocciare (fino ad un recente passato) e Pitturare.

Rocciare

Tra me monumentali cattedrali rocciose proiettate verso l’alto, in un’atmosfera di preghiera: intense indagini sul tema della natura, quali luoghi di attente rivisitazioni, anche storiche, e di nuovi miti, oggetti di forte meditazione e di partecipazione sensoria, ma anche sacrificale dentro un personale cammino.

Da sempre, dunque, Giannino ha fortemente desiderato salire, meglio e possibilmente conquistare le vette, anche perché doti naturali e cognizioni glielo consentivano.

Voleva vincere magari quelle più impegnative sfidando talvolta impensabili, o improvvisi ostacoli, “spesso in solitaria”, così si esprimevano gli scalatori per definire una particolare ascensione, scegliendo con sapienza e coscienza la via personale da seguire, qui meglio dire tracciare, per raggiungere la meta e fissare nella mente e nel cuore il miracolo della creazione, tutta la sua “spettacolarità”, per poi trasferirlo con innato sentire, sul foglio di carta o altro supporto, usando matite e colori, da vero scalatore dolomitico e artista.

Pitturare

 La grafia dell’artista Scorzato è decisa, accompagnata da forme espressive che rilasciano sentimenti “visibili” animando una scenografia mutevole ed incantevole al seguire del giorno e della notte e delle stagionalità, osservando le “rugosità” di quei segni che scavano, sono immersi in un’aura magica, le affascinanti superfici rocciose che oltre passano la dimensione formale per diventare necessario, irrinunciabile messaggio e desiderio comunicativo.

E in primo piano, cioè davanti quelle forti scenografie montane “uniche”, si può ben dire, che solo un alpinista-artista può esibire, molto spesso, raffigura il volto di una persona speciale:

Un alpinista, un maestro di roccia.

 Giannino Predilige l’uso della matita e disegnare su foglio di carta bianca: Infinite sono le gradazioni e le sfumature di grigio, che diventano riferimento cromatico del naturale, “espressione” di contenuto e di visione.

Tra i ritratti più eloquenti nell’espressione è , è sicuramente da segnalare quello dedicato a Gino Soldà, indimenticato, grande scalatore valdagnese, guida alpina e maestro di sci, raffigurato in atteggiamento do osservazione, con sguardo intenso rivolto verso la vetta della montagna.

“Comandante Paolo”, partigiano nel periodo della resistenza.

 Giannino scorzato mostra tutta la sua volontà di mettere per “iscritto”, in un indissolubile spirituale legame, quei volti segnati dalle ardite, appassionanti imprese compiute.

Ritratti e montagne diventano in queste opere d’arte una unica, armonica composizione: di-segni che contrastano le superfici rocciose, l’atmosfera dell’ambiente più vicina al cielo, i ritratti di uomini forti, determinati dall’intenso vissuto inducono l’occasionale, ma attento visitatore a condividere l’inequivocabile espressività in essi contenuta. E con loro “ragionare” di montagna.

Vittorio Visonà

Valdagno, 3 maggio 2015


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