Mario Bologna

SIMBOLOGIA PER UNA FUGA Superato il concetto di estetica e assunta una sorta di estetica del concetto,Giuseppe Bertolini Berg è risalito al tempo in cui i sentieri irriflessi dell'intuizione artistica s incrociano con quelli riflessi e sistematici di Jung e Levi-Strauss.E' il tempo del e delle indistinzioni:la fase aurorale della storia, remota ma ancora in qualche misura attuale in quanto astorica,nella quale l'oggetto fonde funzionalita'magia e arte,il soggettivo si confonde con l'oggettivo,il pensiero si trasfonde nell'atto che ne diventa simultaneamente l'omologo.E' il tempo dell'uomo propriamente definibile ,delle attività che realmente potevano dirsi sempre e comunque simboliche,dei simboli che, autogenerandosi, nascondevano il significato(e forse lo precedevano). Con le sue aggregazioni ,coi suoi Bricolages fluidamente orditi quanto oscuri, Bertolini Berg si riconduce a questa forma oiginaria di simbolismo:in luogo dei simboli intesi nell'accezione corrente,caratterizzati da sintesi separazione del referente e codificazione,congegna costrutti materiali che vanno al di la' di una visualizzazione:sono lo svolgimento esterno(e forse contemporaneo) di un processo interiore, rispetto al quale dunque risultano indistinguibili,affermano un'identita': il simbolo e' oscuro e inconsapevole(oscuro perche' inconsapevole)come il processo interiore si articola in fasi e snodi. Per un'associazione immediata-che forse e'qualcosa di piu'di un'associazione-vediamo in Bertolini Berg l'alchimista che espone tentate apparecchiature per un esperimento in fieri;o uno sciamano che inventa una configurazione di pietre insieme con una storia tesa a propiziare analogicamente una guarigione o una nascita. Siamo in ogni caso nel campo prelogico,e va sottolineato,poiche' occorre tenerne conto nel cedere all'atto ingenuo ma insopprimibile dell'interpretazione,tendente a riportarci nei confini della logica e della perspicuita'.Il senso-e Bertolini Berg ci preavverte con frequenti e titoli essenzializzanti-sta in quel fondo celato che oggi si chiama inconscio e che in origine costituiva l'intera psicologia;la' dove sopravvive lo stupore per la diversità e la duttilità dei metalli;il sentimento, prescientifico, d'un regno ierte all'apparenza,ma governato da simpatie e antipatie e ordinato da un gradiente di nobiltà e purezza culminante nell'elemento di massima virtù;l'inferenza che tale ordine progressivo,ottenibile anche per trasmutazione, informi,in forza del'unita'del tutto,nella stessa misura le sfere del corpo e della mente e,in generale,che i processi sperimentabili negli elementi siano propri anche dell'uomo;la percezione impregiudicata e primaria del vuoto e del pieno,del femminile e del maschile.Non è ermeneutica;è una lettura naturale regressiva del reale. Andare oltre sarebbe congetturale un denotatum estraneo al significante, tutt'al più è consentito un compendio in termini:le composizioni di Bertolini Berg recano in superficie,nell'esecuzione fine e sorvegliata,l'ultimo riverbero di un'estetica normata;ma rappresentano progettualmente unradicale, direi viscerale, una fuga verso il basso per trovare l'alto,la quale,pur adombrando un riflesso del macchinismo-di cui si da una versione arcadica,comunque e'nell'essenza e negli intenti una reazione al carattere angosciante derealizzante della civilta'in corso.
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