Carla d'Aquino Mineo

LA POETICA DEL REALE NEI DIPINTI DEL MAESTRO LEONIDA BELTRAME

I dipinti del maestro Leonida Beltrame rappresentano il succo trasfigurato dei suoi paesaggi, tra casolari, fitti boschi, antichi borghi e marine che si aprono alla luce ed all'aria. Pittura dal caldo colorismo, permeata di effetti di luce con un ottimo esempio di un figurativismo non rappresenta, solo la bella veduta, ma interpreta le visioni come estrinsecazione di un proprio stato d'animo nella poetica del reale. La stessa natura appare simbolica, ricca di misteriosi segnali e vitalistiche linfe, divenendo logos ideale di emozioni e diario di vita. 

Essa appare nel dipinto filtrata, quindi, riassaporata tra i preziosi valori dei verdi, gli ocra dorati che si integrano con la leggerezza dell'aria di un azzurro terso, che rende limpide e chiare le vedute libere, senza costrizioni. Diceva Matisse: “La pittura è rapporto”. E spiegava: “Il rapporto è amore”. C'è in questa pittura la capacità di instaurare un rapporto amoroso con le cose, con delicatezza, come se i quadri fossero liriche lontananze. Vi sento il respiro di un'illustre civiltà che nasce dall'Impressionismo francese e che si evolve verso un'ambientazione sognante, mentre nelle prospettive dilatate dalle emozioni interiori, essa diviene quasi metafisica nei silenzi d'animo. Nessuna forzatura, bensì l'attenzione estrema nel cogliere col massimo di sensibilità quel certo punto luce, quella gradazione esatta di tono, quella tal vibrazione dell'aria. Ecco che allora, il colore rappresenta l'elemento sensitivo nella trama pittorica, esprimendo un'evoluzione stilistica costante, rapportata con il mondo visibile ed evocativo dell'autore. In tal modo, la narrazione figurativa del maestro Leonida Beltrame svela la realtà oggettiva, sentendosi intimamente legato al “vero”, mentre i paesaggi percorrono allusioni, tra sogno e realtà. Questo è, dunque, Impressionismo? Non propriamente. La fenomenicità della visione, tipica di Monet, subisce una sorta di passaggio, attraverso il ricordo che avanza. La differenza non è evidente, ma la fragranza dell'emozione cede il passo alla nostalgia dell'attimo perso. 

Ecco quindi, le sue vedute con barche solitarie si aprono a vedute marine, così limpide, in cui i toni cantano armoniosamente i grigi perlacei, gli azzurri celestini, i verdi variegati della vegetazione, dove la pittura diviene una melodia nostalgica e tranquilla, in cui le immagini si illuminano di bianca luce nella conciliazione, tra senso ed intelletto, natura e poesia. 

Beltrame ha il coraggio di misurarsi con i grandi artisti del passato storico dell'arte non solo italiana, da Cézanne a Monet, cogliendo nell'armonia la lezione della pittura come trasfigurazione della luce, come magia dei sensi ed incantamento dell'anima. 

Ma nel contempo, guarda alla natura, cercando da essa gli stimoli visivi come sentimentali, per quel rapporto di cui parlava Matisse. Nella sua splendido racconto pittorico si percepisce questa sua esigenza primaria di dialogo con il dato naturale nella sospensione di preziosi attimi. Alla fine, l'illusione e lo straniamento delle realtà ci trasportano verso una dimensione esistenziale dell'autore, una dimensione quasi dorata, in cui è bello vivere nei sentimenti che solo il linguaggio universale dell'arte può trasmettere ad ognuno di noi in un nuovo sogno.

Carla d'Aquino Mineo

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