Prof.Luciano Ronconi

Sergio Manganelli: "il bello è la pittura, non il soggetto"

Pittore esperto e poliedrico affronta la realtà con lo strumento della pittura a spatola per costruire un quadro, un oggetto a sé stante,"mattone" dopo "mattone", colore dopo colore, nota dopo nota: è l'operosità di un barocco moderno, è la poetica di Sergio Manganelli; l'artista depone spessezze materiche di colore sopra una superficie piana rendendola volumetrica e plastica. Sergio costruisce realtà ritessute nella loro trama, consapevolmente organizzate nel pensiero: il bello è la pittura non il soggetto. Ed è così che nascono i colori qualitativi nei paesaggi della natura: valli argentate, marine senza tempo, cieli infiniti, città addormentate lungo le rive dei fiumi, tramonti infuocati, burrasche di mare, fiordi di ghiaccio.

Il pensiero fervido di Sergio costruisce strade e palazzi in ardite fughe prospettiche, cieli gravidi di pioggia, umidi paesaggi cittadini che si riflettono sull'asfalto bagnato, serene

città dopo la tempesta.

I ritratti maschili sono eseguiti dal graffio esperto nell'uso della penna: sono visi vissuti solcati dal tempo bruciati dalle intemperie, la barba è incolta come vecchi "lupi di mare".

Per Sergio Manganelli l'immagine, oggetto del ritratto, va oltre la ricerca della somiglianza a favore di una introspezione psicologica o ideale o morale, pertanto l'artista, dopo aver conosciuto bene il soggetto da ritrarre, ottempera correttamente al mandato interpretativo.

Dipingere significa, quindi, assegnare all'oggetto da interpretare un peso maggiore un valore nuovo rispetto all'oggetto veduto.

È questo il vero lavoro libero perché l'artista è il facitore, l'artefice del creato.


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