Ignazio Lecca

Pittore di sentimenti e di sensibilità delicata Pascalis ama porgere all’osservatore due volti diversi della sua ricerca di artista: la sostanza corporea delle cose nella loro puntigliosa precisione, in una sorta di comunicazione emozionale dai segni raffinati, che contiene già assai perfezionati tutti gli elementi di una evoluzione in atto che lascia supporre interessanti stazioni di arrivo.
Marco Pascalis, pittore di immagini preziose, realizzate con minuziosa e realistica attenzione, quasi da cronista, costruisce i suoi scorci paesani a china con un amore non usuale in un giovane artista. Pascalis sa lasciarsi guidare da un equilibrato senso del vero.
Ma la verità accanto ad un’immagine vista dentro una preziosa cornice ne contiene un’altra che propone sensazioni facenti parte dell’inconscio e della realtà di tutti noi.
E’ il rovescio della medaglia, l’altro volto di questo pittore che insegue una dimensione drammatica degli avvenimenti. Una sorta di violenza delle immagini si materializza in un formicolio geometrico e in una sorta di primigenia irruenza coloristica, controllata da freni inibitori e risolta in visioni dense d’emozioni.
C’è ambivalenza?
C’è intento messaggistico o magari è solo una polivalenza tematica in evoluzione?
Pascalis vede intorno a se una “materia indomata“, in gestazione mai del tutto esaurita e ne ripropone, con una esasperazione di segni che riproduce il dramma del tempo, il volto crudele, il tormento esistenziale a testimonianza della grande arte che possiede e  dell’amore infinito che lo lega indissolubilmente agli oggetti e agli uomini del suo ambiente.

Ignazio Lecca

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