Clara Artale

«Sin da piccolo ho avvertito la necessità di creare qualcosa di nuovo e condividerlo. I primi disegni e dipinti che posso definire “artistici” risalgono ai miei 14 anni. Avevo la sensazione che non fossero semplici disegni, erano parte di me, un’estensione del mio pensiero (anche se si trattava di opere molto basic). Provo la stessa sensazione oggi, quando termino un quadro. I miei primi studi sono stati scientifici. Ma il germe artistico era già in me. Terminato il liceo ho deciso di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Catania. Pittura. Ho ampliato poi i miei orizzonti trasferendomi a Milano, capitale italiana dell’arte contemporanea.»

A raccontarsi è Marco Randazzo, artista siciliano che si è successivamente specializzato in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Sin dai primi anni di Accademia ha iniziato a esporre i propri lavori in mostre personali e collettive. La sua presenza sul mercato dell’arte sta diventando sempre più intensa e professionale.

«Per fortuna la mia agenda è ricca di impegni espositivi nei prossimi mesi. Oltre alla mostra personale presso la Galleria Wikiarte di Bologna di Settembre (6 – 18), dal 26 Settembre al 14 Ottobre sarò alla Galleria Spazio D’Arte 14 di Modena; dal 23 Ottobre al 3 Novembre alla GalleriaArtexpertise di Firenze e dal 1 Novembre al 4 Dicembre alla Galleria Arte in Centro di Bergamo. Per il prossimo anno sto preparando lo sbarco negli Stati Uniti.»

Non è la sua prima esperienza estera; a giugno ha esposto a Monaco di Baviera. I suoi quadri regalano mondi interi, sferici, illuminati. Campiti da colori fluidi, trasparenti a tratti. Testo e immagine si fondono, in una nota di mistura intensa che abbraccia parole e figure.

«Non è semplice per me riuscire a spiegare a parole la mia arte o il mio processo creativo. C’è una parte istintiva, che riguarda soprattutto l’uso del colore e il gesto pittorico sulla tela e poi c’è una parte più concettuale e riflessiva (spesso postuma) che si occupa del testo, delle frasi, dei messaggi che decido di scrivere sulle mie opere. Volendo trovare una similitudine con qualche artista famoso mi rivedo in Pollock, dove l’apparente disordine e confusione del dripping sulla tela si esaurisce in un perfetto equilibrio, quasi sovrannaturale.»

Quando l’arte ha bussato alla sua anima…

«Da sempre ha avuto un ruolo importante nei miei pensieri, sin da piccolo. Dipingere, creare qualcosa che fino a ieri non esisteva, mi ha sempre affascinato e mi porta in una dimensione quasi mistica, spirituale. Tutto ciò ha a che fare con la bellezza, anche se sono consapevole che il concetto stesso di bellezza è molto effimero e soggettivo. Penso che l’arte contemporanea spesso sia avulsa e discordante, a volte per scelta, dal concetto di Bello. Nella mia crescita artistica tanti modelli si sono susseguiti in base alle fasi della mia vita. Ma ad alcuni sono più “legato” e sento che in un certo modo continuano a ispirarmi, anche se i miei lavori sono molto differenti dai loro. Fra gli artisti stranieri mi sento molto vicino a Jackson Pollock, Franz Kline e Willem de Kooning, fondatori e massimi esponenti dell’Espressionismo Astratto americano. Fra gli italiani ho sempre ammirato Lucio Fontana, Alberto Burri, Mario Schifano ed Emilio Vedova.»

Termina la nostra chiacchierata silenziosa, su una tastiera. Ripenso a qualche anno fa, quando io e Marco eravamo liceali della stessa città. Passato e futuro sono passaggi che si rincorrono, vie sulle quali far fluire sogni, aspirazioni, ricordi.

«Come e dove mi vedo tra vent’anni? Bella domanda… Mi immagino con qualche capello bianco in più, con lo stesso sguardo curioso nei confronti del mondo di adesso. Una casa molto luminosa, circondato dai miei colori e dalle mie tele da dipingere, magari in una città col mare e tanto sole. Legato ai miei luoghi ma cittadino del mondo.»

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