Marcello Carlino

Donne allo specchio

Figure il cui profilo si sfa, perdendosi in una fitta sequenza di segni filamentosi e di sbuffi di colore; un fondale densamente punteggiato, che si direbbe erede del divisionismo e che trasuda atmosfericità e luminosità; una sospensione del tempo, sottraendosi al tempo, come in ogni epifania del mito, qualunque segno di distinzione storica o marca di identificazione che riporti alla realtà; uno spazio che si nega alla prospettiva e si presta, piuttosto, a dinamiche di rifrazione, a effetti di duplicazione delle immagini come in specchio, per entro un contesto determinato da nessi sincronici e quasi regolato da movimenti di compenetrazione; personaggi sulla cui appartenenza al paradigma del mito – talvolta segnalata da gesti, coreografie o oggetti di scena – si posa un velo di affabilità che aggiunge alle figure un tono di sensualità, tra incanto, meraviglia e malizia; un alone indefinito, un pastellato fiorire di natura a contorno delle immagine che hanno anche queste un qualcosa di naïf; come in certa tradizione, il concorso della lettura che parla dal titolo concorrendo all’opera ed al suo senso: questa la pittura di Margherita Fascione nel ciclo ispirato al mito. Una pittura che sembra riprendere modelli e stili di quella che fu la stagione del simbolismo italiano di fine Ottocento ma erotizzandoli con leggerezza e garbo sorridente e accompagnando il mito con un elegante controcanto di anacronismo e di distacco. Marcello Carlino (Storico della critica d'arte) - Roma - maggio 2004


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