Giorgia Adrian Levi

....mi trovai di fronte alla descrizione solitaria di un inconfondibile, drammatico e angosciante particolare dell'Israele di oggi. In un'atmosfera dai colori scialbi, smorti, occupa quasi tutto lo spazio della tela una strada grigiastra costeggiata da un desolato edificio diroccato, e in lontananza, l'ingresso della città di Hebron, occupato soltanto da un grande veicolo militare e da alcuni soldati. Domina interamente il primo piano, e ne occupa tutto lo spazio , una tipica famiglia di ebrei ortodossi: un giovane, un padre, una madre che spinge una carrozzina e a fianco due bionde bambine, tutti con abiti eri. É un nero accentuato dal candore della gonna della madre, dalle camicette con lo scamiciato lungo fino ai piedi delle bambine , dalla kippà degli uomini, e, particolare piú sconvolgente , sul candore dell'ampio scialle rituale che avvolge il dorso del padre poderoso un mitra nero, a tracolla. Questo particolare colpisce violentemente per la contraddizione implicita tra il vestimento religioso e lo strumento di morte, indice dello stato d'animo delle famiglie israeliane, soprattutto quelle abitanti nei territori occupati, pronte a sparare al minimo indizio di pericolo (....). Marie Christine Stenger l'autrice del quadro, studiosa di antropologia e appassionata viaggiatrice, ha inteso nelle sue opere dare valore alla gente perseguitata, raffigurata anche negli altri quadri, quali, ad esempio, monaci e donne del Tibet (...).

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