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Premesso che, diversamente da quello che d'acchito tutti definiscono la mia pittura "astrazione informale" essa è, e vuole essere, "ALTRO".

La mia ricerca creativa parte dalla consapevolezza di una condizione umana, che la meccanica quantistica, afferma essere tutt'altro che reale, per come noi intendiamo genericamente il reale, per andare oltre la stessa M.Q.

Perché a questo punto la M.Q. diventa anch'essa una frazione, infinitesimale, di una "realtà ultima" che io ho definito "L'INFINITO REALE".

Perché "infinito reale?"
Perché tutti gli altri infiniti che la storia umana, fino ad ora, ha tentato di delineare non rappresentano la "REALTA' ULTIMA".
"L'infinito reale" che ho delineato nei miei appunti, è la più estrema frontiera del "conoscitivo" al quale si è pervenuti, con rigore e  altissima plausibilità, non dimentichi dell'impossibilità di una certezza.

Le mie opere sono e cercano di essere l'espressione estetica di questa ricerca e di questo approdo "all'infinito reale".
E in esse vi è la risposta da carpire, andando oltre la banale verosimiglianza con l’informale astratto.

Ricerca quindi di un "codice" estetico espressivo, che sintetizzi una "REALTA' ULTIMA" ma anche "realtà umana nuova".
Perché una "NUOVA VISIONE" che vuole estetizzarsi, necessita di un alto sforzo di  ricerca e di trasposizione di concetti.

Da  un "INFINITO REALE", teorizzato, ad un contesto pittorico, fatto di supporti, forme e colori, che cerca di decodificarne il senso intimo.
Cioè come e cosa è "L'INFINITO REALE".
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