Rosario Pinto

Sono sempre importanti e degni di segnalazione i risultati che si possono apprezzare in una pittura che, scegliendo di non dismettere il rapporto con la datità oggettuale delle cose, non si limita ad una registrazione anodina dell’esistente e non si propone come nostalgica rimasticazione di una linea semplicisticamente figurativa, andando a determinare, piuttosto, esperienze inedite di un contatto con la dimensione epifenomenica delle cose, che, a questo punto, appaiono, più che ritratte, interpretate.

È una figurazione presieduta da un’esigenza ‘rappresentativa’, infatti quella cui dà corpo la pratica creativa di Maristella Angeli, una pittrice di origine umbra che sembra lasciar riemergere nella sua opera le finezze tardogotiche di quell’età di transizione che scardinava gli ultimi ansiti delle logiche medievali, non introducendo in modo impulsivo il nuovo rinascimentale, ma additando quanta preziosità potesse ancora essere contenuta in una pittura della nostra artista, che opera con uno sguardo attento ed indagatore, sapendo volgersi con acutezza d’ingegno a modellare un ordinamento predittivo delle cose ed avendo cura di costruire un universo che vorremmo definire fantasmatico in ragione della libertà fabulatrice che distingue e qualifica lo spazio e gli oggetti.

Molto importante è, nella pittura di Maristella Angeli, il rapporto con la natura, un rapporto inteso in termini larghi e discorsivi, propri di una artista che sa cogliere il senso più autentico di una ricerca figurativa capace di volgersi ad una disamina attenta e controllata di tutto ciò che la circonda.

Dice di lei il Perdicaro: “Una pittura di grande impegno culturale ed etico, la sua, che si fa apprezzare soprattutto per la versatilità interpretativa dello stile e la lirica capacità comunicativa, che riassume in raffinate sintesi, intuizioni, riflessioni e creative elaborazioni di forme e colori”.

Osserveremo qualche opera di questa artista, come “Alla ricerca del cielo”, un acrilico del 2015, che ci rivela la intuizione profonda che la pittrice sa mettere in campo nel fornire rappresentazione convincente d’un soggetto all’apparenza semplice, come un albero, cui ella tuttavia, con la sua capacità descrittiva. conferisce pienezza ed autonomia significazionale, estendendo il dato puramente oggettuale della consistenza dell’albero in una più ampia opportunità di lettura ʽtrasversaleʾ del mondo, senza dover fare ricorso, evidentemente – e questo è un merito grandissimo – al lenocinio formale di particolari strattagemmi esecutivi e meno ancora alla rinuncia a spingere il portato più intenso della marcatura figurativa a sondare più radicali opportunità di affondo contenutistico.

Dal testo “Fra tradizione e innovazione – Movimenti ed idee dell’arte contemporanea dall’Impressionismo al Duemila, Volume IV, a cura di Rosario Pinto Ed. Napoli Nostra.

Artista Maristella Angeli: pagine 126, 184, 185

Opere pittoriche inserite: “Il bosco dei sogni”, “L’albero della saggezza”, “Le radici dell’anima”, “I nostri rami e le nostre radici”


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