Lucien Coleman

 ISOLA DI CAPO RIZZUTO ??La ricerca artistica di Carmine  Caterisano?

in Mostra a Palazzo Barracco sino al 14 gennaio  con dieci grandi  opere,  testimoni dell?ultima parte (2003-2008) di un percorso artistico che prosegue da oltre trenta anni .

Martedì 23 Dicembre 2008,  alle ore 11,  nella splendida  cornice di Palazzo Barracco, sede del Comune di Isola di Capo Rizzuto è avvenuta l?inaugurazione della mostra di opere dell? artista Carmine Caterisano, artista tra i più noti ed apprezzati nel panorama contemporaneo nazionale, che resterà aperta al pubblico sino al prossimo 14 gennaio 2009.

Ricca di ospiti e di personalità la mattinata inaugurale, ha visto,  tra gli altri la partecipazione del Sindaco di Isola,  D.ssa Carolina Girasole,  del vice Sindaco Anselmo Rizzo, del Presidente  di ?Nuovi Orizzonti? Dr. Anselmo Contini,  del Prof. Ugo Poli, pittore,  del Prof. Pasquale Mancini,  critico d?Arte , della Dott.ssa  Alessandra Merz, Saggista, del Critico d?arte Lucien Coleman, i quali hanno espresso lusinghieri giudizi e notevoli apprezzamenti per le opere presentate.

 

L?esposizione spiega Anselmo Contini, costituisce la sintesi e il punto di arrivo del percorso artistico di Caterisano, infatti lo stesso dà colore  ad un?Arte che è voce libera di ispirazione,  della creatività,  rivelandosi  effettivamente come quintessenza dell?interiorità umana. Le sue composizioni, da quelle iniziali a quelle dei nostri giorni sono felici testimonianze di un risultato pittorico creativo profondamente ricercato e fortemente voluto e che,  a partire da uno stato d?animo, sviluppa immagini emozioni e racconti attraverso la sapiente descrizione del movimento,  del segno e del colore. Tutto ciò viene raffigurato grandiosamente nella grande tela intitolata ?La fauna degli angeli ribelli? omaggio a Jean Michel Basquiat. Traspare in essa un desiderio di forte aprirsi all?immensità della vita,  da vivere con forte carica emotiva in cui si evidenzia la possibilità di proiettarsi nel futuro attraverso una nuova ?strada artistica?. Infatti accanto ad un linguaggio espressivo fatto di colore,  pennellate larghe,  frequenti e nervose,  impasti  materici passionali,  tutto di forte espressività,  punta sulle sinestesie,  ovvero la sua pittura non è solo un senso di raffinata e concentrata simbologia ma anche un atteggiamento volitivo nei confronti della realtà,  talvolta dal desiderio di andare ?all?estremo?,  passeggiando modernamente attraverso il tempo ed il linguaggio della tradizione.

(?). Se invece di vedere i quadri di Caterisano provassimo a sentirli,  non udiremmo un racconto,  ma un insieme di suoni laceranti,  soffocanti, infatti ha la straordinaria capacità di scrivere il parlato,  coglie  il fatto nella sua cruda immediatezza: il risultato è la materia stessa,  che forma il corpo dell?immagine; col colore,  prevalentemente ridotto agli infiniti trapassi  del tono giallastro-ametistino delle luci a quello dal cenere al bruno delle ombre,  che impasta e tormenta la tela, con una furia di gesto in cui dà sfogo alla concitazione dell?animo che vive il dramma, non cercando la trascendenza dell?idea, ma l?immanenza del reale. Giunge quasi a fare del colore non più una superficie,  ma la fibra più interna e vitale della forma,  il segno significativo per eccellenza.

Per Caterisano la vita è come continuo trascendersi,  è un perpetuo morire,  anche la morte è un fatto di vita. Lo si intuisce osservando lo struggente dipinto del padre,  morto di recente e qui in mostra: il fondo non ha profondità prospettica,  così la poca luce,  non trovando spazio per diffondersi,  si concentra sul viso investendola in pieno,  spietata con tutta la sua drammaticità.Il gesto pittorico composto corrisponde esattamente alla meccanica dell?azione:la sublime realtà dell?immagine non ha bisogno di essere sottolineata o commentata. Dott.ssa Alessandra Merz.

?(?) I volti e i corpi di Carmine Caterisano sono sensitive testimonianze figurali del ritorno del corpo dalla biblica dissoluzione del tempo dell?escatologia. Tempo che annuncia la fine del tempo con la resurrezione dei corpi e con la loro destinazione finale. Il volto dell?uomo, (straordinario dipinto di Papa Woitila),  ritrovato nella sua fisicità anatomica,  mantiene la memoria segnica  e colorica dell?uomo che risorge,  fatto di carne manierista,  che tende alla perdita del colore nell?offuscamento provocato dalla caduta e dalla consuetudine del peccato. E? espresso un vivere nella carne sempre in prossimità della morte,  una sensazione acuita dall?atmosfera grigiastra del fondo,  che sembra rievocare il sentimento della morte stessa. Allora l?uomo,  nella sua corposità esistenziale,  non è inteso come puro corpo,  ma come impasto di carne e spirito. Questa concezione vive ai margini della distinzione husserliana tra Korper,   mero corpo carnale,  e Leib,  corpo proprio che,  vivente,  si relaziona al mondo,?ambiente al quale si lega nel bene e nel male?.

Lucien Coleman

 

?(?) Nella storia della cultura sono segnate le singole memorie in modo indissolubilmente legate al personale destino e ad un?irripetibile vocazione.

Karel Appel, Tapies, Breton, J.Michel Basquiat, Gorky ed anche i guizzi materici di Raushemberg  appartengono,  coscientemente  raggiunti ed accettati come indicazione  a Carmine Caterisano. Non ho mai pensato che la componente meramente figurativa sia per lui un approdo che disarmi la modernità: l?amore per le avanguardie ed anche l?ammiccamento per la ?Pop? come disincanto,  ha fatto capolino in diverse fasi della Sua  attività,  grafica e pittorica.(?)

Il soggetto per Carmine, (Vedi lo stupendo dipinto? Composizione di un paesaggio della memoria? , olio, acrilico e gesso su pannello di legno), è un?evocazione pittorica unita intimamente al processo formativo,  indipendentemente dal rapporto di causa effetto,  o,  più compiutamente,  dal fatto ?ispiratore?,  come un tempo si diceva,  induttivo o deduttivo. Interpretare e far rivivere un contesto è, per Caterisano,  un?accettazione neopositivista,  non rinnega ma recupera l?innegabile linfa  di un vero Artista.

(?) La Sua pittura non è un proclama d?intenti,  non ama fare archeologia del passato. La malizia della mano, abile quanto mai, suggerisce anche l?ironia come disincanto. Come nel teatro,  quando l?effetto d?illusione s?approssima al vero di ogni crepuscolare realismo.?

Prof. Ugo Poli

 

BIOGRAFIA

 

Carmine Caterisano, (Minè) nasce a Isola Capo Rizzuto nel 1950 ,  pittore restauratore,  dove vive ed opera. Negli anni ?70  frequenta  il corso di studi a Crotone dove consegue il diploma di ?Capitano di lungo corso?. Successivamente avverte e confessa  che la Sua  vocazione  è quella di interpretare la vita attraverso la magia del colore,  per cui si iscrive all?Accademia di Belle Arti di Catanzaro,  dove si laurea con 110/110 e lode.

Appartiene alla generazione di mezzo ed ha sommato tradizione ed avanguardia distillandole nel Suo stile personalissimo che,  da sapidi presupposti post-impressionistici si è elevato fino a raggiungere  l?attuale sintassi in cui articola le Sue fantastiche,  surreali, pop  immagini congiunte per sensazioni ed essenze dove l?attimo viene colto nell?impressione dell?eternità.

La Sua pittura tende successivamente verso un risultato che non consente fratture tra astratto e figurativo ma semmai favorisce l?intreccio tra diversi linguaggi, in un equilibrio magicamente bilanciato tra le varie forme. Prevale in Lui il senso della costruzione dell?opera,  ed è in questa direzione il collegamento ideale con i movimenti delle avanguardie storiche che hanno praticato tale idea dell?Arte.

La Sua è una pittura spesso simbolica dai volti enigmatici,  profani,  deificati,  allusivi,  il tutto nel ricordo rivisitato di antichissime credenze.

L?Artista che per le dimensioni culturali del Suo messaggio ha meritato diversi ed importanti spazi pubblici,  si è imposto con forti e stupende tematiche attirando l?attenzione della critica e di un collezionismo colto. Sue opere si trovano in varie collezioni pubbliche e private in Italia e all?estero.

Ha donato alla Sua Città,  collocandole nel  Cimitero di Isola  una Via Crucis realizzata con tecnica mista ,  raffigurante 14 stazioni, complete di cornici da Lui restaurate.

Dipinto realizzato con la tecnica di olio su tavola,  raffigurante un monaco francescano.

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