Andrea Domenico Taricco

Per via fotografica, digitale o scompositiva assistiamo anche alle

rifrazioni di Diego Burigotto, estrapolatore dei dati concreti, rimossi

dal contingente per essere reinseriti nelle sue composizioni. Come

specchi rotti o lenti d’ingrandimento la deframmentazione dell’attimo

ordinario si scompone in una grammatica infinitesimale capace di scindere

in nuove logiche ricettive che rinviano a metafisiche dello sguardo in

frame della mente.

Le caratteristiche revisionistiche degli artisti citatati affondano le

proprie radici proprio nel contesto artistico dei secoli precedenti

spingendo il loro sentire al di sopra delle considerazioni estetiche che

le stesse epoche hanno dettato ai loro antichi artefici. La loro libertà

teodicea costituisce il fulcro d’un percorso che sintetizza i surrogati

visibilisti e sensibilisti sublimando in potenza le componenti

concretiviste dei predecessori prometeici. Il loro aggancio manipolatorio

alla materia avviene secondariamente perchè partono essenzialmente da sé

stessi ed a sé stessi giungono mediante l’artifizio. Il sensitivismo

epimeteo comporta proprio questo slancio in sé stessi in cui il dato

immaginifico guida senza sosta l’estro compositivo dell’artista, quale

creatore di mondi completamente lontani dal nostro. Vedere dentro sé

stessi e tradurre le proprie sensazioni in formulazioni che traducono le

cose ordinarie in nuove simbologie espressive oltre la sfera dello spazio

e del tempo,

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