Diego Pierpaoli

La produzione di Pietro Malavolta oscilla tra “sbalzi” in rame e ottone e “tutto-tondi” in legno, ottone, bronzo, ferro, pietra ecc. In linea con l’ambiguità disciplinare, tipica dei nostri giorni, il bassorilievo a “sbalzo” è potenziato nella raffigurazione da filamenti metallici che disegnano la forma con effetti pittorici; come il “tutto-tondo” è spesso accompagnato da elementi narrativi e simbolici. I migliori risultati li raggiunge quando riesce ad integrare quegli elementi: evita così la stucchevolezza formalistica di un contorno disegnativo troppo finito e meccanico. Il momento più interessante della sua produzione è proprio il più recente: “quando” il soggetto trattato esce dal tradizionale compiacimento sentimentale per divenire espressione partecipata; “quando” con drammatici intrecci di filamenti, accentua le parti essenziali della configurazione; perviene in tal modo ad una stilizzazione che non perde di vista la realtà normale, rilevando la storicità nella coscienza di una attuale osmosi fra Figurazione ed Astrattismo. Certo, Malavolta non ha frequentato Accademie e non dà saggi di perizia imitativa. Ma questo depone a suo favore; difatti non potrà trincerarsi dietro titoli, né correre il rischio di innamorarsi della sua “mano” e cadere nel luogo comune della bravura.
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