Boldini, Courbet, Previati, Boccioni. Triennio da urlo per Palazzo dei Diamanti

Ferrara Arte annuncia l’attività espositiva per il triennio 2017-2019 nella prestigiosa cornice di Palazzo dei Diamanti, uno dei fiori all'occhiello dell’architettura rinascimentale italiana.

La programmazione -annunciata con un grande anticipo dalla direttrice di Ferrara Arte, Maria Luisa Pacelli- sarà ricca di iniziative significative per la città e il suo territorio, senza mancare però di mostre dal respiro indubbiamente internazionale.

Tra le sale dell’antica dimora Estense, fino al 7 gennaio 2018, sarà possibile visitare l’esposizione “Carlo Bononi. L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese”.

La mostra è la prima dedicata al pittore ferrarese e al suo genio pittorico, che gli ha permesso di assumere un ruolo centrale nella storia dell’arte italiana, a cavallo tra la Controriforma e l’eta del Barocco. Il percorso si intreccerà tra i grandi cicli sacri e le pale d’altare, i dipinti che “celebrano” il dramma quotidiano delle pestilenze di inizio Seicento, e anche con il lavoro degli artisti a lui contemporanei: Ludovico Carracci, Guercino e Guido Reni. Un’imperdibile occasione per ammirare la forza innovatrice di Bononi, il cui nome fu spesso accostato a quello di Caravaggio o Tintoretto.

Nella primavera del 2018, dal 3 marzo al 10 giugno, sarà aperta al pubblico “Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni”.

In mostra l’arte che si propose -in linea con gli studi di fine Ottocento e inizio Novecento sulla psiche umana- di riuscire a trasporre sulla tela la “materia immateriale” e inafferrabile degli stati d’animo. I protagonisti di questa ricerca sono Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, lo scultore Medardo Rosso e il ferrarese Gaetano Previati. Essi appartengono alla stagione del divisionismo -il risvolto simbolista italiano- ma la loro produzione non fu mai vicina al messaggio freddo e scientista del simbolismo francese e si avvicinò di più alla natura e ai temi sociali. A dare ancora più voce alla società moderna e alla rivoluzione in atto nelle città a inizio Novecento -raccogliendo l’eredità del Divisionismo- furono i giovani futuristi: Giacomo Balla, Carlo Carrà e Umberto Boccioni. I capolavori di questa stagione memorabile della storia dell’arte dialogheranno con le opere simboliste italiane e internazionali, per offrire una panoramica sull’arte e sull’anima della fine di un secolo di grandi trasformazioni.

Per la prima volta dopo cinquant’anni, a settembre 2018, tornerà in Italia il genio pittorico di Gustave Courbet in una retrospettiva dal titolo “Courbet e la natura”, dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019.

La mostra -tra panorami, vedute, scorci e orizzonti in cui il protagonista è l’elemento naturale– racconta il rivoluzionario approccio alla pittura di paesaggio di Courbet. In bilico fra gli echi dell’idealismo romantico e i riflessi della realtà impressionista che proprio in quegli anni cominciava a muovere i primi passi, il pittore rappresentò un sicuro modello di riferimento per Manet, Monet, Degas e compagni. Un viaggio dal sogno romantico alla pittura realista. Con Courbet e la natura il pubblico potrà riscoprire il lavoro di uno degli artisti che hanno lasciato un segno e un eco indelebile sulla storia dell’arte dell’Ottocento.

A chiudere la programmazione per ora annunciata sarà, dal 16 febbraio al 2 giugno 2019, la mostra “Boldini e la moda”.

Un viaggio tra tra dipinti, meravigliosi abiti d’epoca e preziosi oggetti che renderà omaggio al grande artista ferrarese di fine Ottocento. Un’indagine sul fecondo rapporto che unì il pittore e il sistema dell’alta moda parigina, per poi riversarsi sulla sua opera di ritrattista. L’esposizione -divisa in sezioni tematiche- sarà accompagnata dalle parole di grandi scrittori che hanno cantato la grandezza della moda, da Baudelaire a Wilde, da Proust a D’Annunzio. Arte, moda e letteratura. Il visitatore si immergerà nell’atmosfera raffinata ed elegante della Belle Époque parigina.

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