Fine estate fra arte e natura. Otium fra vette alpine e onde mediterranee

Dal vento pungente delle Alpi svizzere alla dolce brezza del mediterraneo, l’estate 2017 è all'insegna della vita contemplativa. Il segreto è deliziare l’intelletto immersi dentro a splendidi paesaggi, fra amene letture e visite culturali, mostre-mercato e festival della creatività del futuro. Ecco dove andare per riscoprire i piaceri dell'otium.

A Cans-Montana gli impressionisti della Street Art

La Street Art abbandona le strade delle metropoli, per salire in alta quota e trasformare Crans-Montana in un museo a cielo aperto, grazie al Vision Art Festival (VAF). La kermesse, ideata da Gregory Pages e giunta alla terza edizione, si pone il traguardo di abbattere ogni frontiera –naturale e culturale- attraverso la forza dell’arte. Una sfida ambiziosa accolta da una crew di talenti temerari che scala le vette delle montagne (e dell’anima), per portare le bombolette spray a 2.500 metri d’altitudine e dipingere en plein air. Nasce così un dialogo trascendente fra stupefacenti wall e panorami mozzafiato, essere umano e pianeta terra, arte e vita. Insomma, la Valle del Sole è la nuova Giverny, mentre Leza One, Nevercrew, Chor Boogie e compagni sono i nuovi impressionisti.

St. Moritz Art Masters 2017

Il St. Moritz Art Masters (SAM) spegne dieci candeline e festeggia con un’edizione più ricca che mai. Come da tradizione, a fine estate i bon vivants provenienti da tutta Europa si ritrovano in Engadina, per una settimana di relax culturale. Fino al 3 settembre, monumenti storici, alberghi di lusso e gallerie d’arte si fanno palcoscenico di una creatività che abbraccia il mercato. Nella chiesa protestante una rassegna autocelebrativa ripercorre la storia della kermesse, attraverso una carrellata di capolavori che va da Lucio Fontana a Richard Long, da Mimmo Rotella a David LaChapelle. Se il Badrutt’s Palace Hotel punta sul fascino esotico dell’arte africana, il Paracelsus dà spazio alle suggestioni vitree di Venini. Per gli amanti della fotografia, invece, il Grand Hotel Des Bains offre una selezione di mostre trasversali, per un viaggio fra la natura sinestetica di Florian Wagner, i sogni di rock’n’roll di Lenny Kravitz e le veneri del secolo breve immortalate da Peter Lindbergh per tre edizioni del Calendario Pirelli (1996, 2002, 2017). Fra le gallerie, in prima linea, i veterani Robilant + Voena con dodici opere di David Hockney e la Karsten Greve Gallery con la fotografia mistica di Roger Ballen.

Pietrasanta. Il salotto della Versilia

A metà strada fra le Alpi Apuane e le onde del mare, immersa nel profumo dei pini e nell’odore della salsedine, Pietrasanta è il salotto della Versilia. A dare il benvenuto in paese oltre mille ombrelli volanti, dislocati lungo il viale principale. L’installazione dall’allure pop nasce grazie al coinvolgimento della popolazione locale, che ha acquistato i parapioggia con la finalità di sostenere le iniziative benefiche della consulta cittadina. A vivacizzare la vita culturale sono invece le gallerie che scelgano la Versilia come sede estiva. Fra le iniziative da segnalare: Mimmo Paladino alla Galleria Giovanni Bonelli, Gaetano Pesce all’Atelier Tommasi e Fabio Viale alla Galleria Poggiali Forconi. Ma la vera protagonista è la Galleria Continua, che -dopo il successo della personale di Antony Gormley- punta su una collettiva composta da un sapiente connubio fra nomi iconici e artisti emergenti.

Capalbio. La piccola Atene italiana

Immersa nella natura selvaggia della Maremma e punteggiata da fascinosi monumenti storici, Capalbio è soprannominata la piccola Atene. Borgo di scrittori e intellettuali, nel 2017 conferma la vocazione alla cultura, con il riconoscimento istituzionale di “Città che legge”. Ma il festival Capalbio Libri non è l’unica trazione per gli amanti dell’otium. Le mura medievali sono scrigno di un antico patrimonio da scoprire: dalla Rocca Aldobrandesca, alla Torre di Buranaccio, al Castello di Capalbaccio. E per i contemporaneisti, da non perdere il Giardino dei Tarocchi: un sognante locus amoenus, ideato dall’artista francese Niki de Saint de Phalle, dopo la visita al Parco di Guell di Antoni Gaudì di Barcellona. Dall’ispirazione catalana sorgono ventidue sculture monumentali, raffiguranti gli arcani maggiori dei Tarocchi. Costruite in cemento armato e ricoperte da un mosaico di specchi, vetri e ceramiche colorate, queste suggestive creazioni generano un’opera totale, in cui perdersi per poi ritrovarsi.

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