La fotografia racconta l’indelebile (e spettacolare) devastazione umana della natura, al MAST di Bologna

Anthropocene. Edward Burtynsky, Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier. Tre grandi nomi arrivano in anteprima Europea al MAST di Bologna per raccontare l’indelebile impronta umana sulla terra. Un’esplorazione multimediale in mostra dal 16 maggio al 22 settembre.

5 anni di studio approfonditi per il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i pluripremiati registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier. Il progetto si basa sulla ricerca del gruppo internazionale di scienziati Anthropocene Working Group impegnato nel raccogliere prove del passaggio dall’attuale epoca geologica – l’Olocene, iniziata 11.700 anni fa – all’Antropocene, epoca nella quale l’uomo diventa la singola forza più determinante del pianeta.

“Il nostro lavoro può offrire uno sguardo avvincente su ciò che accade, la nostra è una testimonianza reale. Far vivere la realtà attraverso questa fotografia è come creare un potente meccanismo che dà forma alle coscienze”

2000 anni fa sulla Terra vivevano tra i 200 e i 300 milioni di esseri umani. Il primo miliardo fu raggiunto intorno al 1800, il secondo miliardo nei primi anni del Novecento. L’ultimo miliardo negli ultimi 12 anni. 7,6 milioni di persone attualmente al mondo, numero che è sempre in crescita. Numero che racconta l’Antropocene. Se dal punto di vista geologico questo termine -e il concetto che racconta- è ancora discusso, non lo sono la portata e la complessità dell’influenza dell’essere umano esercitata sul pianeta.

Oltre a provvedere alla lenta ma inesorabile distruzione della propria specie, quale sarà il segno che l’uomo lascerà sulla terra? Dalle foto di Edward Burtynsky e dai filmati di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier sembra straordinario, leggendo le descrizioni delle fotografie tutto cambia: solo distruzione. Ciò che ad un primo sguardo appare la manifestazione spettacolare della natura, sono in realtà i danni, le ferite inflitte a questa dall’uomo.

Movimentiamo terra e pietre, perforiamo montagne, utilizziamo ogni riserva possibile di petrolio, metano e fosfato. Sviluppiamo nuovi materiali che soffocano il nostro pianeta. La nostra condotta provoca l’aumento della temperatura media annua e l’acidificazione degli oceani. Mettiamo a rischio la sopravvivenza di molte specie animali, condizioniamo l’esistenza di ogni organismo vivente sul pianeta. Una bellezza che sfuma fino a diventare sterile, di fronte al messaggio che nasconde.

“Non vogliamo fare prediche, rivendicare o attribuire colpe, vogliamo semplicemente testimoniare, e da testimoni, cercare di smuovere le coscienze. Credo ancora che il pensiero e l’esplorazione trasversale, il confronto, generino una trasformazione più profonda e duratura rispetto ad un’aspra competizione”.

Per raccontare Anthropocene, quest’epoca umana e allo stesso tempo disumana, i tre artisti utilizzano mezzi espressivi differenti: 35 fotografie di grande formato di Edward Burtynsky, 4 murales ad alta risoluzione, in cui si abbinano tecniche fotografiche e filmiche: grazie a brevi estensioni video di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier –visibili su smartphone o tablet scaricando gratuitamente una App- in queste enormi fotografie i visitatori possono esaminare la complessità delle incursioni umane sulla terra.

“Non mi interessa puntare il dito o rinnegare le nostre colpe. Vivo nel mondo reale e ho bisogno delle stesse soluzioni pratiche di chiunque altro. È quindi mia responsabilità usare la macchina da presa come uno specchio e non un martello: invitare gli spettatori a essere testimoni di quei luoghi e reagire ognuno a suo modo”.

Le 13 videoinstallazioni curate dai due registi, offrono vivide riflessioni sull’Antropocene e le 3 installazioni di Realtà Aumentata consentono di “toccare con mano” le devastazioni inflitte al nostro pianeta. Infine, è parte integrante della mostra del MAST, il premiato film “ANTHROPOCENE: The Human Epoch”, un approccio esperienziale ad un momento critico nella storia geologica del pianeta, una provocatoria e indimenticabile esperienza dell’impatto e della portata della nostra specie raccontata da una voce narrante d’eccezione: il Premio Oscar Alicia Vikander.

Articolo pubblicato su: https://www.artslife.com/2019/05/16/antrhopocene-la-bellezza-nella-tragedia-al-mast-di-bologna/

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