Le parole di acciaio di Michael Dean alla Fondazione Giuliani per l'arte contemporanea di Roma

Una struttura, in acciaio e cemento, materiali propri del suo lavoro, a cui è applicata una moltitudine di pagine di carta, alcune dipinte: è l'interento site specific "Stamen papers"

ROMA - Si intitola "Stamen Papers" la personale di Michael Dean, ospitata a Roma, fino al 22 giugno 2016, dalla Fondazione Giuliani per l'arte contemporanea.

L'artista, che è stato selezionato tra i candidati per il Turner Prize 2016, ha concepito "Stamen Papers" come un intervento site specific.

Lo spazio e la relazione dell'opera con esso rappresentano due elementi fondamentali del lavoro di Dean. Un altro elemento è costituito dall'analisi visiva che egli compie sul linguaggio con particolare riferimento alla parola scritta.

"Stamen Papers" evidenzia al massimo questi caratteri della poetica dell’artista. I lavori si inseriscono nello spazio, dando l'impressione che nascano da esso e le pennellate nere su esili fogli di carta, fanno pensare all'importanza che ha per noi la parola scritta, al suo essere pesante o leggera in relazione al significato che gli si attribuisce.

Dean realizza una struttura, in acciaio e cemento, materiali propri del suo lavoro, a cui è applicata una moltitudine di pagine di carta, alcune dipinte, altre relative a libri e testi usati dall'artista nei lavori precedenti. Nonostante le dimensioni, la scultura emana una leggerezza che si sospende nel resto dello spazio. Le parole, sospese anche loro, "sostano" sulla carta, pronte a librarsi, trasformandosi in suono, nella mente di chi legge. Nei fogli dipinti da Dean, le pennellate nere simboleggiano parole, che sembrano pronte ad evadere nello spazio.

"The pollen" è l'altra installazione, realizzata appositamente per la mostra, composta da tanti fogli di carta, scritti e dipinti, concepita affinché i visitatori possano portare via con sé le pagine che la compongono. In questo modo, ogni visitatore può far vivere l'opera al di fuori dello spazio espositivo, inserendola, a modo proprio, nella realtà del mondo in cui vive.

Il lavoro concettuale, che Dean propone in questa mostra, dà modo allo spettatore di riflettere sull'importanza della parola scritta, sul suo peso e sulla sua fragilità.

Egli indaga soprattutto la relazione che la parola scritta instaura, come tale, con lo spazio. La parola infatti acquisisce la fisicità segnica che permette l'instaurarsi di quel rapporto visivo che ci pone fisicamente a confronto con essa.

Rapporto che caratterizza il modo in cui percepiamo la nostra cultura e noi stessi.

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