Maria Teresa Prestigiacomo (critico d'arte)

RICCARDO VASDEKI : nasce il Manifesto dei QUADRI ISTITUZIONALI. A noi in esclusiva per la stampa nazionale. A cura di Maria Teresa Prestigiacomo (critico d’arte)

D: Maestro Vasdeki, quali sono i maestri che hanno ispirato la sua pittura?

R: dai miei dipinti si capisce che tutti gli impressionisti sono nel mio background pittorico, soprattutto Claude Monet e Vincent Van Gogh, a cui devo aggiungere William Turner maestro di luci e di atmosfere.

D: Da dove trae nutrimento l’ispirazione per la sua pittura?

R: Nasce dalla vista di ciò che tocca la mia sensibilità. Le opere che mi riescono meglio sono quelle che alla prima vista del soggetto mi hanno provocato un "tuffo al cuore" che, per fortuna, avviene ancora in persone mature come me.

La natura ci fornisce ogni giorno spettacoli meravigliosi e sempre nuovi per composizione e per colorazioni. Ignorarli mi sembra uno spreco e quasi un insulto al Signore che ce li porge gratis. I miei dipinti mostrano che io sono attratto dal bello, e non dipingerò mai un quadro verista come una scarpa vecchia o un cestino dell'immondizia;

D: Quale è il processo di definizione ed elaborazione dei suoi quadri?

R: Quando avverto il “tuffo al cuore” inizia il processo mentale che mi porterà a dipingere un nuovo quadro; inizio a pensare sia al “taglio” del soggetto, cioè quale parte del soggetto trasferirò sulla tavola, sia anche a quanto aggiungerò di personale all’immagine, anche se questa scelta avverrà definitivamente ma istintivamente “in corso d’opera”. Questa è la mia pittura “sensoriale”, come è stata molto esattamente definita dal critico d’arte Maria Teresa Prestigiacomo.

E la decisione del “taglio” dell’inquadratura, quella della dimensione della tavola, quella delle tonalità base…tutto questo mi impegna anche per giorni o settimane fino al momento in cui sento di essere pronto ad iniziare. Allora nasce in me una sorta di frenesia realizzativa che mi fa cominciare a dipingere e che vorrebbe non essere interrotta fino al termine; sono estremamente concentrato ed appartato dal mondo esterno e proseguo con continuità cercando di finire presto. E’un momento che impegna tutta la mente nello sforzo pittorico ed è inevitabilmente stancante anche fisicamente, come tutte le attività di grande concentrazione.

I quadri che reputo meglio riusciti (opinione condivisa dai miei osservatori) sono quelli iniziati e finiti nella stessa mattina o pomeriggio.

D: Trova la spatola strumento da adottare ancora per la sua produzione pittorica?

R: Da quando ho appreso dal maestro Mario Salvo la tecnica della spatola stratigrafica essa mi è rimasta costante; dopo averci preso la mano diventa molto facile e accattivante usarla. Ciò che apprezzo di più è l'essenzialità del tratto, il piacere di riuscire con una sola strisciata stratigrafica ad esprimere una situazione anche complessa e da ciò consegue la velocità di esecuzione: i tempi di realizzazione sono ridotti drasticamente e questo è un vantaggio nella riuscita del dipinto. Dal momento in cui inizio a pensare a come realizzare l'immagine io entro in una sorta di trance artistica ed è importante e produttivo rimanervi dentro per tutta la durata della stesura; se devo interrompere la pittura lo stato di trance termina e non riprenderà uguale nel momento della ripresa, anzi può non riprendere affatto. In casi del genere il dipinto finale risente dell'interruzione e può anche dare l’impressione di essere stato realizzato da 2 pittori differenti.

D: Ci esponga i connotati del “situazionismo”, sua nuova modalità espressiva da lei inaugurata (costituirà oggetto di studio e di analisi della storia dell’arte contemporanea come nuova corrente).

R: I miei quadri raffigurano principalmente paesaggi e spettacoli naturali (albe, tramonti, mareggiate, etc.) ed hanno una propria valenza come memoria di un evento realmente avvenuto. Ma essi contengono intrinsecamente un messaggio rivolto a tutti, spesso non percepito dall’osservatore.

La presa di coscienza di questa situazione mi ha spinto ad evidenziare il messaggio intrinseco nel paesaggio attraverso colorazioni diverse da quelle originali e con un titolo esplicativo da cui l’espressione “situazionismo”.

I miei “Quadri Situazionali (QS)” sono caratterizzati da una rappresentazione sempre figurativa che non sconfina nell’astrattismo, e per ciò stesso è immediatamente comprensibile da tutti.

D: Cosa pensa dell’uso di Internet nella pittura?

R: Internet è una realtà pregnante ed imprescindibile che nel mondo di oggi non si può e non si deve ignorare. Pensiamo ai tempi non lontani in cui ogni informazione era scambiata su supporto cartaceo ed inviata per posta: si era ancora all’era della pietra! Oggi, per fortuna, tutto avviene in modo semplice e veloce: guai a non approfittarne.

I vantaggi di diffusione di immagini e di testi in tempo reale vanno aldilà di qualsiasi altra considerazione. Io uso internet in tutti vantaggi che offre: ho realizzato il blog “quadridiriccardo.it” dove chiunque può vedere le fotografie dei miei quadri e può scrivermi per chiedere informazioni e prezzi.

Le nuove generazioni, ma non solo loro, scambiano pareri, consigli e quant’altro su internet e anche fanno acquisti in maniera semplice e veloce; non vedo come una televendita diminuisca il valore di un’opera o di un’artista


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