Lucio Barbera per l'inaugurazione della mostra alla galleria d'arte "L'Ariete" di Bologna, giugno 1989

NATURA O PITTURA?

(...) una tal pittura nasce non soltanto da una scorticata, ma anche da un vigile e razionale controllo dello strumento espressivo. Eccoci da una parte, di fronte ad un dipinto in cui l'artista è andata deponendo segmenti di colore apparentemente di uguale misura e intensità. E' una cascata regolare di rosso che si adagia ordinata sul fondo bianco e che vibra per minime variazioni determinate non dal tono, sempre tenuto monotonamente uguale, ma dalla pressione del gesto pittorico. Si viene cosi a creare una sorta di texture, assolutamente astratta, in cui evidente, sulla sia di Dorazio, il tentativo di verificare la consistenza della luce. E' proprio questa infatti, che stabilisce lo statuto di un tal dipinto: una luce che muta affidata al puro colore una luce che muta affidata al puro colore, che si insinua tra i segmenti, che varia provocando reazioni retiniche, (...) C'è in Rita Alleruzzo un evidente bisogno di partire da un dato oggettivo; c'è in lei un acuto sentimento delle cose che la porta a guardarsi attorno e a  scorgere una realtà che comunque arriva filtrata dalla memoria e dal sogno. (...) Ma c'è ancora un altro elemento che meglio ancora spiega questa "astrazione naturalistica" di Rita Alleruzzo ed è dato da un impatto, ricorrente nei suoi dipinti. Alludo a quella "finestra" che sull'esempio di Matisse, spesso scandisce il piano del quadro visivamente mostrando un interno ed un esterno. (...) La finestra spalancata più che dividere due momenti della realtà, è un punto di congiunzione di un dato soggettivo e di un dato oggettivo; è la particolare lente con cui l'artista guarda e colora il mondo ad esso dando i colori della sua sensibilità, (...) La verità è che Rita Alleruzzo si accosta alla pittura come per un intimo bisogno, spinta dalla fantasia e dalla memoria, ma poi essa stessa cade nella trappola del colore. 

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