STEFANO SOLIMANI

Poche volte nei miei lunghi itinerari alla ricerca di nuove suggestioni dell’arte mi sono imbattuto in artisti capaci di evocare nella mia mente paesaggi dell’anima come Rossella Papacchini. L’arte in lei è pura poesia, fatta di ricerche cromatiche che appartengono più all’inconscio che alla realtà dei sensi: sono vere escursioni nel mondo del non vissuto, nostalgie solenni e disarmanti solitudini. In Rossella Papacchini e quindi di conseguenza nelle sue opere, convivono passioni inespresse forze ancestrali che si fronteggiano in una guerra senza fine, una guerra di perenni attese che la veste di quiete romantica non riesce completamente a nascondere. Aldilà di viali interminabili, di finestre spalancate, di orizzonti miti si agitano gli spettri di turbamenti antichi e l’arte si fa carico, con sapiente forza narrativa, di farci sentire la presenza di essi. Grande è il messaggio di Rossella Papacchini quando diventa la lirica più pura di una natura che grida in silenzio, tutto l’amore possibile per un’umanità dolente e perduta, che solo la bellezza può condurre verso l’assoluta e definitiva redenzione Dott. STEFANO SOLIMANI
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