IL GIORNALE DELL’ARTE - Critico d'arte Carla d’Aquino Mineo.

Salvatore Cilio – Ragusa – Lo spazio si dilata, senza confini, mentre la materia in un costrutto geometrico, tra pieghe misteriose, diviene fluida e diafana nello svelamento dei dati figurali, dove la natura morta appare nell’essenzialità cubista, ma lievita nelle trasparenze cromatiche e nei trapassi di luminosità, in cui le sfumature del blu giottesco dominano l’immagine illusionisticamente irta di chiaroscuri e screziature nella metamorfosi del reale per rendere l’onirica visione, sensorialmente percepita, in libertà di spirito nel fermento psichico e nella vibrazione di luce per un nuovo linguaggio d’arte.


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